“Probabilmente lui non sarebbe d’accordo, direbbe che ci sono ben altri personaggi della Cisl bresciana a cui intitolare uno spazio così importante come questo Auditorium. Ma io sono grata alla Segreteria e a tutti voi per questa decisione, perché in essa c’è il riconoscimento alla dedizione di una vita”. Sono parole di Renata Bernasconi, moglie di Gianpietro Usanza, dirigente della Cisl bresciana scomparso un mese fa dopo una breve e implacabile malattia, pronunciate questa mattina di fronte ad una sala gremita di sindacalisti, operatori e amici.
L’ AMICO E IL COLLEGA
“Gianpietro è stato un amico e un collega – ha detto il segretario generale della Cisl Francesco Diomaiuta – con il quale abbiamo condiviso tanti momenti di impegno e che ha avuto un ruolo importante nella realizzazione della sede Cisl provinciale. Anche per questo abbiamo voluto ricordarlo con questa intitolazione, grati per ciò che ha fatto e ciò che ha testimoniato”. Su un pannello posto all’interno dell’Auditorium è riportata una breve biografia di Usanza e un passaggio significativo dell’intervista che aveva rilasciato in occasione del sessantesimo della Cisl bresciana
FACEVA SUE LE PREOCCUPAZIONI DEI LAVORATORI
Dopo lo scoprimento della targa all’ingresso dell’Auditorium benedetta da Padre Francesco Ferrari, la moglie di Usanza ha ricordato i tratti salienti di Gianpietro: “Era capace di ascoltare fino in fondo i problemi delle persone, faceva sue le preoccupazioni dei lavoratori che rappresentava e non si dava per vinto fino a quando non riusciva a venire a capo delle situazioni, anche le più complicate. Gianpi era un uomo buono, era un uomo semplice, combatteva contro le ingiustizie. Sapeva affrontare le difficoltà, tanto quelle della vita quanto quelle del lavoro, con serietà, con dignità, con umanità”.
UNA PARTENZA CHE CI HA TROVATI IMPREPARATI
L’amico e collega Valter Provenzi [QUI il testo del suo intervento] ha ricordato come la malattia e l’improvvisa scomparsa di Usanza abbiano colto impreparati anche quelli che lavoravano con lui più da vicino. Ci ha però lasciato una testimonianza di vita e di lavoro di cui fare tesoro – ha detto Provenzi – sottolineando la sua disponibilità, l’apertura e la capacità di dialogo che tutti gli riconoscevano.
FERMEZZA E CORRETTEZZA
Melino Pillitteri, segretario generale della Cisl dal 1962 al 1978, ha voluto raccontare come conobbe Usanza, allora Vigile urbano a Brescia. Fu per una trattativa sindacale alla quale prendeva parte il sindaco Bruno Boni: “Gianpietro, per nulla intimorito di fronte ad una figura già allora di grande autorevolezza, argomentò con forza e con competenza le richieste a nome dei colleghi. E io non potei che chiedergli alla fine di fare il sindacalista per la Cisl”.
Pillitteri ha anche sottolineato la correttezza dei comportamenti di Usanza: “Qualche anno fa– ha raccontato l’ex dirigente – dissi ad Usanza, che era responsabile del Caf, che avrei avuto piacere se mio nipote fosse venuto a lavorare alla Cisl per la campagna fiscale. Usanza mi guardò e disse: basta che sia in possesso di un diploma e che superi al meglio il test che tutti i candidati devono sostenere. E’ l’unica condizione necessaria per lavorare al Caf!”.
GLI ANNI DELLA CISL DEL GARDA
Gianni Vezzoni, che negli anni Ottanta condivise con Usanza diversi anni di impegno alla guida del Comprensorio della Cisl del Garda, ha tracciato con brevi flash alcune tappe del suo percorso sindacale, mettendo in risalto il suo senso dell’Organizzazione e il suo mettersi sempre , anche di fronte a scelte che lo penalizzavano, a disposizione della Cisl.
UNA BELLA STORIA DI UMANITA’
Come ha detto ancora la moglie, quella di Gianpietro “è stata una bella storia di umanità. Lo è stata sicuramente per me, per i nostri figli, per i nostri nipoti, ma credo anche per la Cisl, per voi, che siete stati davvero la sua seconda famiglia”.
le fotografie sono state scattate da Chiara Bertagnolli