Gianfranco Caffi, una testimonianza che fa ancora riflettere
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Gianfranco Caffi, una testimonianza che fa ancora riflettere

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Pubblicato il 20 Agosto 2011

A quasi quattro anni dalla sua scomparsa, il nome di Gianfranco Caffi continua a riaffiorare con forza in ogni riflessione su coscienza e politica, su responsabilità personale e mandato pubblico, sulla coerenza delle parole e dei comportamenti. Stavolta lo spunto è la lettera aperta che l’ex Sindaco di Brescia Cesare Trebeschi ha scritto in luglio all’attuale primo cittadino, Adriano Paroli, per ricordargli, rifacendosi al motto che sta sulla facciata di Palazzo Loggia – FIDELIS BRIXIA FIDEI ET IUSTITIAE CONSECRAVIT –  l’incompatibilità (legata alla sostanza più ancora che alla forma) del doppio mandato di Sindaco e di Parlamentare, lettera aperta pubblicata dal Giornale di Brescia il 27 luglio.
Le stringenti argomentazioni di Trebeschi hanno riportato alla mente di un altro lettore del quotidiano, Luigi Salvetti, sacerdote diocesano e pittore molto noto, le vicende e la testimonianza politica di cui è stato protagonista negli anni ’80 Gianfranco Caffi, ricordandone la figura di uomo, di sindacalista della Cisl, di cittadino impegnato e di grande artista. Una testimonianza, la sua, che ancora parla alla politica e alla società contemporanea.

la lettera di Luigi Salvetti in ricordo di Gianfranco Caffi