Dentro il fenomeno delle “grandi dimissioni”
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Dentro il fenomeno delle “grandi dimissioni”

Una indagine della Cisl Lombardia sui dati dell'Ufficio Vertenze delle Cisl provinciali

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Pubblicato il 6 Novembre 2023

Presentati questa mattina in un convegno a Milano i dati della ricerca promossa dalla Cisl Lombardia sul fenomeno delle gradi dimissioni.

“Numerose persone stanno cambiando lavoro, per cause economiche e sociali, certo, ma c’è qualcosa di più che li spinge a cercare nuove occupazioni” ha affermato Ugo Duci, segretario generale della Cisl regionale introducendo i lavori.

Dentro l’epoca della Great resignation – I nuovi fattori di attrattività del lavoro nella società che cambia” è il titolo dell’indagine, realizzata da BiblioLavoro sulla base dei dati dell’Ufficio Vertenze delle diverse sedi Cisl presenti in Lombardia.

 

I dati nazionali

“In Italia ci sono state quasi 2 milioni di dimissioni nel 2021, oltre 2,2 milioni nel 2022 – ha ricordato Enzo Mesagna, componente della Segreteria di Cisl Lombardia –  con un aumento di oltre il 35% rispetto al 2019, ben 474.000 dimissioni in più, un incremento importante; per quanto riguarda la Lombardia, si sono registrate 420.000 dimissioni nel 2021 che diventano 566.000 nel 2022, circa il 12% dei lavoratori occupati, numeri che rappresentano un campanello d’allarme”.

 

I numeri dell’Ufficio Vertenze Cisl Brescia

“L’Ufficio Vertenze della Cisl provinciale – informa Emanuele Gilberti, coordinatore del servizio – ha assistito negli ultimi tre anni 5.808 lavoratori che hanno inoltrato le loro dimissioni: 1.416 nel 2020, 2.293 nel 2021, 2.099 nel 2022. Nel primo trimestre di quest’anno le dimissioni volontarie inoltrate ai nostri sportelli sono state 377″.

 

La lettura dei risultati della ricerca

Ad illustrare i dati della ricerca è stato Francesco Girolimetto, direttore di BiblioLavoro: “La ricerca ha coinvolto oltre 2.000 lavoratori e lavoratrici in Lombardia che hanno rassegnato le proprie dimissioni volontarie, e ha messo in luce come stiano cambiando i fattori che rendono un lavoro attrattivo e soddisfacente in particolare tra giovani e meno giovani. Non sono più fattori oggettivi come la retribuzione a rendere un lavoro soddisfacente, ma ci sono fattori più soft di carattere più sociale e psicologico come evitare un eccessivo carico di stress o l’accesso a misure di conciliazione tra vita lavoro e vita personale. I settori più interessati sono il terziario, il commercio e le attività di ristorazione. Altro dato interessante: 6 lavoratori su 10 avevano già un’alternativa quando hanno deciso di dimettersi, ma il 40% ha fatto un salto nel vuoto non avendo ancora una prospettiva”.

Fenomeno e risultati  sono stati dibattuti con gli interventi di: Simona Tironi, assessore Istruzione Formazione e Lavoro Regione Lombardia; Diego Coletto, professore associato in Sociologia economica e del lavoro Università Bicocca; Francesco Buzzella, presidente Confindustria Lombardia; Carlo Massoletti, vicepresidente vicario Confcommercio Lombardia; Roberto Benaglia, segretario nazionale della Fim Cisl;  Davide Guarini, segretario nazionale di Fisascat Cisl. A concludere i lavori, è intervenuto Giorgio Graziani, componente della Segreteria nazionale della Cisl.