7 luglio, metalmeccanica in sciopero
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7 luglio, metalmeccanica in sciopero

Benaglia (Fim Cisl): "Rivendichiamo strumenti di politica industriale condivisi con tutte le parti sociali"

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Pubblicato il 15 Giugno 2023

Quattro ore di sciopero in tutte le aziende metalmeccaniche del Paese: venerdì 7 luglio per le regioni del centro-nord, lunedì 10 luglio per le regioni del sud e il Lazio.

Lo hanno annunciato questa mattina i segretari generali di Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm, nella comune necessità di rimettere al centro dell’azione di governo la centralità del lavoro metalmeccanico per l’occupazione, gli investimenti e una transizione green e digitale sostenibile e per risolvere le crisi del settore aperte da anni, che interessano oltre 50mila lavoratori.

 

La dichiarazione di Roberto Benaglia
segretario generale Fim Cisl

“L’industria metalmeccanica – ha dichiarato nel suo intervento Roberto Benaglia, segretario generale della Fim Cisl  – ha superato meglio di altri settori le difficoltà post-pandemia e legate al conflitto, ma oggi soffre di totale incertezza e mancanza di politiche nelle transizioni in atto sulle principali filiere.

È urgente che il Governo metta in campo politiche industriali capaci di gestire in maniera sostenibile sul piano sociale e lavorativo le transizioni. Per questo quella che oggi annunciamo unitariamente, è una mobilitazione di merito, una mobilitazione non contro ma costruttiva per rivendicare strumenti di politica industriale che siano condivisi con tutte le parti sociali interessate che permettano al nostro Paese, come sta avvenendo in altri Paesi, di attrarre i grandi investimenti. Riteniamo utile la convocazione da parte del Governo delle organizzazioni sindacali il prossimo 19 giugno al Ministero delle imprese e del made in Italy, la leggiamo come una assunzione di responsabilità per recuperare il tempo perso, ci aspettiamo un cambio di passo, per dare sostanza e rafforzare finalmente il confronto.

Oggi l’industria metalmeccanica soffre anche crisi irrisolte da tempo, l’esclusione da investimenti internazionali e desertificazione nel Mezzogiorno. Abbiamo però il bisogno di rilanciare la centralità del lavoro metalmeccanico, le politiche pubbliche in questo senso, specie nel Sud Italia, sono ancora più critiche e carenti che nel resto del Paese e vanno portate avanti con più dialogo congiunto con tutte le parti sociali.”

 

Il documento unitario con le ragioni della mobilitazione