Dolorosa ma necessaria. Sono le parole usate dalla proprietà del gruppo industriale Pasta Zara per giustificare alle organizzazioni sindacali (al centro nella foto i rappresentanti bresciani) la decisione di chiudere lo stabilimento bresciano di Rovato e la messa in mobilità degli sui 81 dipendenti.
Lo ha fatto oggi pomeriggio a Padova, nella sede di Confindustria, dove da tempo era stato programmato un incontro con le rappresentanze dei lavoratori.
L’azienda ha fatto il punto sulla situazione di grave crisi che sta attraversando, confermando la decisione di concentrare la sua attività sullo stabilimento di Riese, in provincia di Treviso.
Sulla chiusura dello stabilimento bresciano, Fai Cisl Brescia e Flai Cgil hanno ribadito l’importanza di “giungere a degli accordi che possano tutelare al meglio i dipendenti che perderanno il posto di lavoro, e si troveranno a dover affrontare percorsi differenti, dal reinserimento all’interno del mercato del lavoro alla maturazione dei requisiti pensionistici, passando per l’accesso a quelle forme di sostegno al reddito previste per chi si trova, suo malgrado, a dover affrontare una condizione di inoccupazione”. In questo scenario sarà fondamentale il ruolo di Regione Lombardia per ciò che concerne le politiche attive.
L’incontro di Padova lascia dunque molte questioni irrisolte e apre a livello provinciale una importante e difficile fase negoziale.
“Determinanti – spiega Daniele Cavalleri, già segretario della Fai Cisl di Brescia e ora componente della Segreteria regionale – saranno le assemblee nelle quali verrà instaurato un dialogo attivo con le lavoratrici e i lavoratori e ricercata una progettualità condivisa e consensuale. L’obiettivo è quello di sedersi al tavolo delle trattative con proposte convincenti, forti e consolidate, a tutela dei lavoratori stessi”.
L’attenzione torna dunque a concentrarsi su Rovato dove domani, mercoledì 3 novembre, i lavoratori si riuniranno in assemblea.