Uffici Vertenze Cisl: tanto da fare nonostante la pandemia
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Uffici Vertenze Cisl: tanto da fare nonostante la pandemia

Oltre 6700 lavoratori seguiti in Lombardia. Sempre più spesso il rischio di impresa viene scaricato sui dipendenti

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Pubblicato il 17 Marzo 2021

Sono 4.543 i lavoratori seguiti in Lombardia dagli Uffici vertenze Cisl nel 2020, ai quali se ne aggiungono altri 2.199, assistiti a seguito di fallimenti aziendali. Nel 2020, nonostante fosse in essere il blocco dei licenziamenti, gli Uffici Vertenze Cisl hanno dovuto istruire 623 pratiche di opposizione al licenziamento, il 13,7% delle vertenze totali, non molte di meno da quelle dell’anno precedente che erano state 929 su 5.974 vertenze pari al 15,5%.

Il fatto è che le aziende hanno aggirato il blocco ricorrendo ai licenziamenti per giusta causa. In qualche altro caso, soprattutto le donne, sono state licenziate perché impossibilitate a conciliare problematiche familiari legate alla pandemia con il lavoro.

“L’analisi dell’insieme delle vertenze – fanno notare dalla Cisl Lombardia – rivela che sempre più spesso il lavoro è legato al raggiungimento di obiettivi senza però le garanzie minime previste da un rapporto di lavoro subordinato; si assiste poi ad una deriva contrattuale: le aziende applicano i contratti meno onerosi, sottoscritti da organizzazioni sindacali di comodo”.

Quanto alla tipologia di vertenze, la parte da leone l’ha giocata il recupero crediti (59%): retribuzioni inferiori a quanto effettivamente dovuto, liquidazioni non corrisposte quando si lascia l’azienda, straordinari non pagati ma dovuti. Seguono le conciliazioni (12%), il controllo buste paga (6,2%), i contratti irregolari (3%).

Il settore che registra il contenzioso più alto, con 2.075 lavoratori (46% del totale), si conferma quello dei servizi e del terziario, seguito dal metalmeccanico (19%), edile (10%), tessile (8%), trasporti (8%), alimentaristi (4%).