Giulio Pastore e la Cisl, un’avventura che ha cambiato l’Italia
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Giulio Pastore e la Cisl, un’avventura che ha cambiato l’Italia

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Pubblicato il 12 Ottobre 2019

E’ probabile che non verrà mai dedicata una fiction televisiva a Giulio Pastore. Eppure, nella storia politico-sociale e sindacale del secolo scorso, la figura di Pastore ha un rilievo oggettivamente elevato. Egli è stato l’artefice – che è qualcosa di più del fondatore, del capo, del segretario generale – di un’avventura collettiva fra le più corpose e, certamente, tra le più originali del nostro Paese“. Sono parole tratte da un libro sulla storia della Cisl, citate ieri pomeriggio in apertura del convegno “Giulio Pastore, il sindacalista che ha sparigliato la storia”, promosso congiuntamente da Cisl e Acli in occasione del 50° anniversario della sua scomparsa. Poche righe che hanno reso evidente l’intento dell’iniziativa.

 

PLUDA: UNA VICENDA DA RILEGGERE E ATTUALIZZARE

Dispiace che quella di Pastore sia una figura sconosciuta ai più – ha affermato Alberto Pluda, segretario provinciale della Cisl, dando il benvenuto ai presenti –  perché la sua storia è ingombrante e stimolante. Fu operaio, militante del movimento cattolico popolare, impegnato contro il fascismo, direttore e fondatore di testate giornalistiche, esponente dell’Azione Cattolica, parlamentare per cinque legislature e ministro della Repubblica, sindacalista e fondatore di una cultura sindacale, quella della CISL, che ha sparigliato le carte della storia. L’anniversario che ci ha portato ad organizzare questo incontro, vuole essere l’occasione per rileggere la vicenda umana di Pastore, il suo originale contributo ad un cambio di passo verso una nuova consapevolezza della responsabilità personale e collettiva nei confronti della società, ad una concezione associativa dell’azione sindacale che prende forza dal basso rifiutando investiture e patrocini“.

 

CARERA: L’INVITO DI PASTORE È SEMPRE ATTUALE:
PRENDERE IN MANO IL PROPRIO DESTINO

L’attitudine di Pastore a sparigliare la storia del sindacato italiano –  ha detto Aldo Carera, storico e presidente della Fondazione Pastore – è del tutto coerente con il suo percorso biografico la cui chiave è stata la capacità di prendere in mano il proprio destino. Le sue iniziative nel movimento cattolico, nella Cisl, da Ministro del Mezzogiorno, avevano la medesima matrice: chiamare i lavoratori a individuare il proprio destino, tramite l’azione collettiva, così da fare della questione del lavoro e della dignità del lavoro uno snodo cruciale per il futuro della democrazia”.

 

MARCORELLI:  NEL “SECOLO DELLE RIVISTE”
PASTORE FU GIORNALISTA E DIRETTORE AGGUERRITO

Francesco Marcorelli, autore di una ricerca sulla direzione di Pastore al  periodico “Il nuovo osservatore”, ha ricordato una frase significativa di Pastore: “Qualunque sia la vita dura, qualunque siano le sofferenze oggi, qualunque siano le difficoltà, amici, l’impegno è battersi. Questo ha fatto sempre Pastore, anche in veste di giornalista e direttore di riviste, che nel Novecento sono state il terreno privilegiato dello scontro politico e culturale”.

 

ROSSINI: IN PASTORE, COME IN ACHILLE GRANDI,
LA GRANDE AMBIZIONE DELLA GIUSTIZIA SOCIALE

Il lascito di grandi figure come quella di Giulio Pastore, come quella di Achille Grandi con il quale condivise la prima esperienza sindacale del dopoguerra e che fondò le Acli, – ha sottolineato Roberto Rossini, presidente nazionale delle Acli – è legato sicuramente alla straordinaria capacità di farsi interpreti dei bisogni e della necessità di chi non aveva voce e rappresentanza sociale, ma anche di avere conquistato i lavoratori a battaglie con aspirazioni più grandi, come quelle di una società fondata su principi della giustizia sociale e della partecipazione. Ed è in questo modo che hanno pensato e contribuito a scrivere il futuro”.

 

MARINI: LA SCELTA OCCIDENTALE DELL’ITALIA DEL DOPOGUERRA
È ANCHE FRUTTO DELLE INTUIZIONI DI PASTORE

Pastore era un uomo di straordinaria intelligenza – ha ricordato Franco Marini, già segretario generale della Cisl che da giovanissimo iniziò proprio con Pastore la sua esperienza sindacale – che attraverso la nascita della Cisl, l’organizzazione del ‘sindacato nuovo’, ha contribuito in maniera decisiva, in un momento storico di grande delicatezza, alla collocazione strategica dell’Italia nel solco delle grandi democrazie occidentali. Politicamente impegnato nella Democrazia Cristiana non ha mai esitato a scontrarsi con il suo stesso partito per conquistare e difendere l’autonomia della Cisl, e più in generale del sindacato, da qualsiasi condizionamento”.

 

A conclusione del convegno Guido Baglioni, professore emerito di Sociologia che in gioventù, con Franco Castrezzati, si occupò di formazione sindacale alla Cisl di Brescia, ha voluto ricordare due occasioni di incontro personale con Pastore, sottolineandone il carisma, la solidità e la capacità di leggere in prospettiva la complessità delle situazioni: “Se guardiamo agli avvenimenti che hanno segnato la storia sociale europea dopo la fine della seconda guerra mondiale – ha concluso – tra i più importanti c’è la nascita della Cisl, che Pastore non ha solo teorizzato ma ha anche tradotto nel concreto con uno sforzo organizzativo davvero straordinario. E’ bene ricordarsene, perché si tratta di un patrimonio che non può e non deve essere disperso“.

Anche il sindaco di Brescia, Emilio Del Bono, che ha salutato il presidente Marini ricordando gli anni di comune impegno in Parlamento, ha portato un saluto al convegno affermando che “il cattolicesimo sociale, che ha avuto in Pastore un vero precursore, ha da dire ancora molto alla società, alla politica e al sindacato di oggi“.

 

*G.Baglioni, La lunga marcia della Cisl 1950-2010, il Mulino

Servizio fotografico di Marco Longhi