L’appello della Cisl: dialogo sociale su lavoro, coesione ed integrazione
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L’appello della Cisl: dialogo sociale su lavoro, coesione ed integrazione

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Pubblicato il 3 Marzo 2019

Tante bandiere, tante sensibilità si sono unite per richiamare le radici dei nostri valori costituzionali che si nutrono di antirazzismo e antifascismo, si oppongono alle discriminazioni di genere, alla disuguaglianza ed allo sfruttamento“. Lo ha sottolinea Luigi Sbarra, segretario generale aggiunto della Cisl, che ieri ha partecipato a Milano alla manifestazione “People prima le persone”.

SERVE COLLABORAZIONE SOCIALE

Dobbiamo aprire una fase nuova – ha continuato Sbarra – in cui sia messa al centro la dignità di ogni persona. Serve collaborazione sociale su obiettivi comuni che si chiamano sviluppo ed integrazione, lotta alla precarietà, contrasto alle violenze sulle donne. Lavoro e politiche sociali devono essere al centro di questa stagione, sono la chiave essenziale per costruire coesione e diritti di cittadinanza”.

UNA POLITICA SULL’IMMIGRAZIONE
BASATA SU UNA STRATEGIA LUNGIMIRANTE

“Inclusione e solidarietà – ha aggiunto il sindacalista – sono elementi determinanti su cui ripensare una politica sull’immigrazione saldata ad una strategia comunitaria lungimirante. La sfida di una integrazione sostenibile nel lavoro è una frontiera morale ed economica che non possiamo disertare. L’Unione deve rispondere compatta, gli egoismi sono ancora troppi: il Regolamento di Dublino sia riformato nella direzione di una piena assunzione di responsabilità di tutti gli Stati. Ma nel frattempo le persone vanno salvate, non c’è argomento, politico o tecnico che sia, che giustifichi la perdita di una vita umana”.

VOGLIAMO UNA SVOLTA

La svolta per lo sviluppo – ha concluso il segretario generale aggiunto della Cisl – parte da qui, da tutti noi, dalla capacità del Governo di lavorare insieme ai corpi intermedi per sbloccare gli investimenti che servono a dare certezze a milioni di persone, a restituire stabilità a milioni di giovani e meno giovani incastrati nel lavoro povero, a generare occupazione di qualità e politiche sociali che sostengano le famiglie, gli anziani, i non autosufficienti e le tante marginalità che abitano le nostre comunità. Serve uno scatto nelle politiche pubbliche che dia voce ai bisogni profondi delle persone, spezzi le catene della paura e promuova un Patto comunitario da cui dipende la crescita civile, morale ed economica di tutto Paese”.