Nel Pantheon dei bresciani c’è anche Angelo Gitti, fondatore della Cisl
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Nel Pantheon dei bresciani c’è anche Angelo Gitti, fondatore della Cisl

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Pubblicato il 11 Novembre 2018

Angelo Gitti è un nome importante nella storia della Cisl di Brescia e nella storia della comunità civile bresciana. Per questo il Comune ha deciso di iscrivere anche il suo nome nel Famedio che sorge all’interno del cimitero Vantiniano, il Pantheon dei bresciani che hanno fatto grande il nome della città.

Nato a Gardone Val Trompia il 10 novembre del 1908, Angelo Gitti ha combattuto il nazifascismo con i partigiani, ha lavorato come operaio e a metà degli anni Cinquanta del Novecento è stato tra i protagonisti della nascita del “sindacato nuovo”, chiamato a guidare e a costruire dal punto di vista organizzativo la rappresentanza di quella parte del mondo del lavoro che rivendicava orgogliosamente una matrice cattolica popolare.
Nel giugno del 1953, nelle elezioni per il Parlamento della seconda legislatura venne eletto nelle liste della Democrazia Cristiana,  riconfermato dagli elettori anche nella terza, quarta e quinta legislatura. Morì il 21 febbraio del 1971.

 

QUATTORDICI NUOVI NOMI NEL FAMEDIO

Oltre ad Angelo Gitti il Famedio ha accolto 13 nuovi bresciani illustri: tre di loro – l’architetto Leonardo Benevolo, il medico Maria Rosa Inzoli (fondatrice, tra le altre cose, di Medicus mundi) e il musicista Giancarlo Facchinetti – sono scomparsi nel 2017. Gli altri dieci sono morti negli anni Settanta: Paolo VI, padre Ottorino Marcolini, sacerdote e ingegnere, che grazie alle sue cooperative diede casa a 100 mila persone; don Giacomo Vender, cappellano militare ed esponente della Resistenza; Federico Balestrieri, medico che partì in guerra come volontario e che diventò primario del Reparto profughi stranieri e poi di Medicina Generale al Civile; Emilio Franchi, imprenditore sostenitore della Resistenza; Bruno Finzi, scienziato e rettore del Politecnico di Milano; Fausto Lechi, uomo di cultura e mecenate; Renzo Castagneto, uno dei protagonisti della rinascita della Mille Miglia; lo scultore Domenico Lusetti, prigioniero nei lager e capace poi di portare il nome di Brescia nel mondo; Vittorio Gatti, attore, regista ed editore.

 

I VALORI CIVILI DI UNA COMUNITÀ

“Oggi onoriamo la civitas – ha detto il sindaco Emilio Del Bono aprendo la cerimonia – la fitta rete di valori civili che rende riconoscibile la comunità: c’è la dedizione, intesa come il donarsi totalmente alla propria professione, all’attività culturale, all’impegno pubblico, quello che oggi manca al Paese, in cui esiste una bulimia di richiami ai diritti mentre la Costituzione richiama i doveri inderogabili, senza cui non c’è progresso. Questi uomini sono testimoni della generosità, della competenza, da ricordare nell’odierna stagione dell’approssimazione della libertà, di pensiero e di azione”.

 

Dal 2017 nel Famedio c’è anche il nome di Eugenio Guarneri