Tra i bresciani che hanno lasciato un segno c’è anche il cislino Eugenio Guarneri
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Tra i bresciani che hanno lasciato un segno c’è anche il cislino Eugenio Guarneri

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Pubblicato il 9 Novembre 2017

Il nome di Eugenio Guarneri – sindacalista della Cisl degli anni Settanta e Ottanta – è tra i primi, in alto, sulla grande lapide del Famedio scoperta oggi nel corso di una cerimonia pubblica.

Un momento ufficiale che ha sottolineato l’iscrizione di altri diciotto bresciani illustri nella costruzione posta al centro del cimitero Vantiniano di Brescia e destinata fin dalla sua progettazione ad accogliere la memoria di quanti hanno lasciato un segno nella storia della loro comunità.

Famedio significa letteralmente “tempio della fama”, in una accezione però ben diversa da quella che oggi colleghiamo al clamore mediatico. Lo ha detto bene il sindaco Emilio Del Bono: “Oggi Brescia è idealmente riunita qui, per onorare i suoi cittadini più illustri, donne e uomini di cui andare fieri e che hanno reso grande la nostra città, contribuendo alla sua crescita. Sono persone che hanno lasciato un solco profondo, non solo nel cuore di chi le ha conosciute e amate, ma anche nel sentire collettivo: ricordare non è un atto di nostalgia, ma significa ripercorrere le loro storie per ispirarci, trovare nuovi stimoli e affrontare le sfide di domani”.

Alla affollatissima cerimonia c’erano anche tanti esponenti della Cisl, di ieri e di oggi, a testimoniare che la figura di una figura come quella di Eugenio Guarneri [leggi QUI il suo profilo] parla ancora al presente sindacale.

 

Francesco Saottini, oggi responsabile dell’Ufficio Vertenze della Cisl bresciana, ha iniziato la sua esperienza sindacale proprio attraverso Guarneri. Gli abbiano chiesto di ricordare cosa è stato e cosa ha significato per per lui quell’incontro:

Nel 1978 lavoravo a Lonato in una serra di fiori e piante da appartamento. Mi sembrava il lavoro più bello del mondo ma si presentarono ad un certo momento anche dei problemi con un ritardo nel pagamento degli stipendi. Parlandone a casa i miei mi convinsero a incontrare un conoscente, Renato Zaltieri, allora giovane operatore sindacale della Cisl di cui divenne poi segretario generale [QUI il testo di Zaltieri in ricordo di Guarneri], per capire se era possibile intervenire e risolvere qual problema. Fu lui a farmi incontrare Eugenio Guarneri nella sede della Fisba Cisl, due stanze anguste che erano base di attività sindacale per la categoria in cui c’era anche Pierino Piccinotti, oggi pensionato

Con piglio deciso Eugenio mi rassicurò, dicendo che la Fisba sarebbe intervenuta subito e che sicuramente (come avvenne!) il problema sarebbe stato risolto. Ricordo che mi trattenne per quasi un intero pomeriggio parlandomi della Cisl e di cosa significava essere della Cisl in quegli anni, della sua categoria, dei rapporti e delle differenze con le altre organizzazioni e della necessità di ampliare la tutele dei lavoratori anche fuori dal luogo di lavoro. Mi parlò della battaglia sull’assegnazione ai salariati agricoli delle case contadine, per toglierli dall’asservimento che vivevano abitando nelle cascine dove lavoravano.
Insomma, mi coinvolse e mi conquistò da subito, proponendomi di partecipare all’attività della Fisba, di partecipare alle riunioni, di imparare a fare sindacato. E così è stato. Nei corsi di formazione organizzati per i giovani che come me si avvicinavano all’attività sindacale, Guarneri sottolineava, insieme ai temi dell’attualità di allora come l’autonomia del sindacato rispetto alla politica, la necessita di conoscere a fondo i contratti e le problematiche del settore, e poi il dovere della sobrietà nello svolgimento dell’azione sindacale
Anche per questo suo modo di intendere il sindacato, Guarneri era rispettato e riconosciuto sia dai dirigenti delle altre organizzazioni che dai rappresentanti dei datori di lavoro. Era punto di riferimento per tanti: ricordo le code davanti al suo ufficio di lavoratori, attivisti e protagonisti della Brescia sociale di quel tempo.
Lo è stato anche per me: esempio di entusiasmo, di passione e di competenza che mi hanno accompagnato sempre nei diversi ruoli e impegni che sono stato chiamato a ricoprire in Cisl. Un ricordo, quello di Eugenio Guarneri, pieno di gratitudine e di stimoli anche per il presente.