Il 63% dei giovani chiede nuove modalità di rappresentanza collettiva. La metà di chi esprime una domanda di struttura organizzata pensa che la forma più adatta possa arrivare da un rinnovamento degli attuali sindacati (31,7%), mentre per l’altra metà (sempre 31,7%) ne servirebbero di nuovi, capaci di superare i limiti di quelli attuali nel rispondere alle nuove esigenze del mercato del lavoro.
Solo il 13%, comunque, pensa che i sindacati non siano mai stati utili e non possano esserlo.
2000 INTERVISTATI TRA I 20 E I 34 ANNI
Sono dati emersi dalla ricerca “Giovani, lavoro e rappresentanza”, promossa dalla Fim Cisl Lombardia e condotta dall’Istituto Giuseppe Toniolo a febbraio di quest’anno, su un campione nazionale di 2000 giovani dai 20 ai 34 anni, presentata oggi a Milano nel corso del decimo congresso del sindacato lombardo dei metalmeccanici Cisl.
LA PREOCCUPAZIONE PIÙ GRANDE?
I LAVORATORI ANZIANI
I giovani intervistati temono un lavoro con basse condizioni economiche. Cercano prima di tutto un lavoro che consenta di guadagnare abbastanza per non vivere alla giornata e progettare un proprio futuro (29,9%). La realizzazione nel lavoro viene spostata dopo tale obiettivo (25,3%). Il fattore di preoccupazione più importante è il protrarsi della permanenza al lavoro delle generazioni più anziane (73%).
LE ATTESE VERSO IL SINDACATO
“Oltre ai cambiamenti prodotti dall’innovazione tecnologica e dall’automazione – ha spiegato Alessandro Rosina, curatore dell’indagine e docente di Demografia e Statistica Sociale all’Università Cattolica di Milano – emerge una forte preoccupazione verso gli squilibri generazionali nel mercato del lavoro e nella spesa pubblica di un paese che invecchia. Tutto questo alimenta un’ampia domanda di rappresentanza nelle nuove generazioni . Il sindacato può cogliere questa sfida se mostra di essere non solo un utile sportello di servizi e uno strumento per proteggere chi ha un posto di lavoro, ma soprattutto agendo in modo credibile per migliorare le condizioni generali per una presenza solida e qualificata delle nuove generazioni nei processi produttivi e sociali del sistema Paese”.