E’ un no senza spiegazioni quello che il Commissario giudiziale ha dato oggi alla richiesta della Fim Cisl “di rendere disponibile a tutti i lavoratori che ne facciano richiesta la possibilità di accedere alla mobilità su base volontaria“. Un no che costringe il lavoratori dello stabilimento Stefana di via Bologna a Nave a rimanere in un limbo di incertezze sempre più pesanti.
“Alla luce della situazione che si è venuta a creare per questo stabilimento – spiega Daniela Pedrali della Segreteria provinciale della Fim Cisl – per il quale ad oggi non si sono concretizzate offerte di acquisizione, dove i lavoratori dal 3 giugno sono privi di ammortizzatori sociali e ai quali la procedura concordataria non sta pagando né il salario né i contributi previdenziali, quella della mobilità volontaria è una possibilità incomprensibilmente non accolta dal Commissario“.
La scelta di aprire la procedura di mobilità solo per i lavoratori prossimi alla pensione – una ventina su quasi 200 lavoratori – procedura che la Fim Cisl ha comunque condiviso, è estremamente riduttiva e penalizzante per tutti gli altri dipendenti.
Vale la pena ricordare che mobilità volontaria significa assicurare a chi ne fa richiesta un percorso di accompagnamento che punta, anche attraverso sgravi fiscali significativi, alla rioccupazione.
Negare questa opportunità ai lavoratori – commentano alla Fim – a fronte di una serie di bandi di vendita andati di mese in mese tutti a vuoto, è un tecnicismo profondamente ingiusto.