“Federmeccanica sta mostrando quanto di più vecchio esiste nelle relazioni industriali: l’oltranzismo che nega un vero negoziato e blocca da otto mesi la categoria”.
Lo ha detto Marco Bentivogli, leader nazionale della Fim Cisl intervenendo in piazza Loggia a chiusura della manifestazione che ha portato a Brescia migliaia di metalmeccanici in sciopero per il contratto.
Una scelta per niente casuale quella di Brescia dove oggi pomeriggio Federmeccanica tiene la sua assemblea generale: “Siamo venuti qui per spiegare loro tutto il nostro dissenso. Negando il valore del contratto e della mediazione per raggiungerlo, Federmeccanica realizza un vero salto indietro nel passato peggiore”.
“Non erano fabbriche moderne, e neanche bene comune – ha aggiunto Bentivogli – quelle dell’’800 dove i diritti erano concessioni, come quelle dove si vuol tornare oggi chiamando i superminimi individuali meritocrazia. La centralità del lavoratore si realizza quando il suo salario non è a discrezione del padrone, quando viene erogato in base a criteri uguali per tutti, quando si contratta e si valorizza il lavoro dentro i contratti collettivi, quando non si contrasta la voglia di organizzarsi nel sindacato”.
Indignata è la denuncia del leader della Fim di alcuni comportamenti industriali delle ultime ore: “C’è chi continua a provare ad impedire il blocco degli straordinari proponendo pre-accordi: pensano di svuotare la piazza ma i lavoratori hanno capito la posta in gioco e il blocco degli straordinari continuerà ad oltranza finché non si riaprirà una vera trattativa. A Federmeccanica diciamo che non c’è rinnovamento nel desiderio di piegare il sindacato alle proprie volontà. Non firmeremo mai un contratto che difende il potere di acquisto dei salari per solo il 5% dei lavoratori e che fa diventare il nostro contratto nazionale un ‘contrattino’ e non rafforza la contrattazione in azienda e nel territorio. Gli i industriali parlano di ‘aumenti a pioggia’: ma dove vivono? Perché non provano a campare con 1200 euro al mese con famiglia e mutuo. Sicuramente in questa lunga crisi gli imprenditori hanno perso denaro e imprese, ma noi abbiamo perso 300 mila posti di lavoro e dimezzato i salari!”.
“Per noi – dice ancora il leader delle tute blu della Cisl – la battaglia per il contratto non va in ferie, e lo stesso vale per gli oltre 7 milioni di lavoratori di 46 contratti ancora da rinnovare. La vera ‘via italiana alla è fare più contratti, ricercare maggiore sostenibilità, creare nuovi diritti e costruire le condizioni perché si distribuisca la ricchezza laddove viene creata. Nei primi 3 mesi del 2016, in tutta Europa solo in Italia e a Cipro si sono ridotti i salari: è inaccettabile! Per questo vogliamo riaprire subito la trattativa. Fino ad allora continuerà la nostra mobilitazione, insieme, recuperando una sempre incisiva capacità di sintesi, di proposta, che isoli una Federmeccanica che ha per mesi promesso l’impossibile agli industriali e che sta mettendo a rischio il più grande Contratto del lavoro in Italia. Non lo consentiremo, ne ora ne mai”.