Redaelli: a Castegnato premio di risultato di 1.300 €, in Val Trompia conflitto e incertezza
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Redaelli: a Castegnato premio di risultato di 1.300 €, in Val Trompia conflitto e incertezza

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Pubblicato il 28 Aprile 2015

redaelli tecna bresciaI lavoratori della Redaelli Tecna, Divisione Teci, di Castegnato, azienda leader sul mercato italiano per le funi in acciaio, riceveranno 1.300 euro come premio di risultato sugli obiettivi di produttività e qualità del 2014. Lo comunicano Fim Cisl e Rsu che oggi hanno incontrato la direzione aziendale. Nel corso della riunione l’azienda ha anche confermato l’avvio dei lavori di ampliamento della sede produttiva, a riconferma della volontà di mantenere ed ampliare l’attività sul territorio.

CONFERMATO ANCHE IL BUONO WELFARE DI FINE ANNO
“Per quanto riguarda il premio di risultato – spiega Daniela Pedrali della Segreteria provinciale dei metalmeccanici Cisl – va sottolineato che si tratta del 90% del massimo erogabile, che si aggiunge all’erogazione di un buono in prodotti da 250 euro netti erogato a dicembre 2014 e riconfermato come erogazione welfare a dicembre di quest’anno”.

LA CAPACITA’ NEGOZIALE PAGA
La Fim Cisl di Brescia esprime dunque grande soddisfazione per il risultato raggiunto – continua la sindacalista – frutto di un percorso negoziale complesso ma senza mai ricorrere al conflitto, caratterizzato da un dialogo efficiente e da una solida capacità negoziale”.

UN CONFRONTO IMPIETOSO
Il confronto tra la situazione di due aziende dello stesso gruppo, la Redaelli Teca Teci di Castegnato e la Redaelli Tecna Cordati di Gardone Val Trompia – conclude Daniela Pedrali – dovrebbe indurre a più di una riflessione. Se a Castegnato si misurano i vantaggi di un’idea forte di cooperazione, a Gardone Val Trompia i lavoratori vivono nell’incertezza del futuro a causa di relazioni industriali (n.d.r. in mano alla Fiom) improntate ad un’alta conflittualità e da comportamenti tanto rigidi da aver portato alla disdetta degli accordi integrativi, all’utilizzo di squadre weekend per far fronte alle necessità di flessibilità, alla perdita di salario per scioperi massicci quanto infruttuosi”.