A otto mesi dalla scadenza all’Iveco di Brescia del quarto anno di contratti di solidarietà – ammortizzatore sociale a cui si è fatto corso per evitare 850 esuberi determinati dal dimezzamento del mercato dei mezzi di trasporto di media dimensione – sindacati e direzione aziendale hanno fatto una verifica complessiva della situazione sia in termini occupazionali che di prospettive produttive dello stabilimento.
“La situazione di mercato sui mezzi di trasporto medi – spiega Alessandra Daminai, segretario provinciale della Fim Cisl – non si modificherà nel breve periodo. Iveco pur mantenendo la quote di mercato in Europa pari al 30% non vede possibilità di recuperare ulteriori volumi su Eurocargo tali da saturare le attività oggi scoperte. Il 20 agosto scade la possibilità di reiterare i contratti di solidarietà: è dunque , è necessario trovare soluzioni per evitare il dramma occupazionale di 850 lavoratori. Come Fim Cisl abbiamo giudicato positivo che l’azienda ha assunto l’approccio che da tempo sollecitavamo: nessun disimpegno sullo stabilimento di Brescia e nessuno deve rimanere senza occupazione”.
“Nel 2015 il nuovo Eurocargo porta con se 32 milioni di euro d’investimenti. Per rispondere Alle nostre richieste fatte nei precedenti incontri di portare nuove attività, Iveco porterà nel 2015 due nuovi veicoli che verranno trasformati a Brescia. Questi due nuovi prodotti consentiranno di recuperare circa 200 posizioni lavorative entro settembre 2016. Rimangono scoperti 600 lavoratori a cui l’azienda intende offrire soluzioni all’interno del gruppo entro un anno e mezzo, in particolare verso lo stabilimento di Suzzara. Il processo di ricollocazione verrà accompagnato da un anno di cassa integrazione straordinaria a partire da settembre”.
“Ad oggi sono già circa 200 i lavoratori bresciani in trasferta nello stabilimento di Suzzara. Come Fim Cisl abbiamo ribadito la positività degli importanti investimenti e dei due nuovi prodotti, ma nello stesso tempo abbiamo richiesto un approfondimento sulle future attività per verificarne nel concreto la loro effettiva stabilizzazione”.
“La ricollocazione, pur essendo un’alternativa concreta al rischio licenziamento, non è certo un percorso facile, soprattutto se non ci saranno corrispondenza ad elementi di volontarietà. È importante pertanto costruire nei prossimi incontri sistemi di incentivazione adeguati e strumenti che consentano di trovare le soluzioni meno traumatiche e nello stesso tempo tengano conto delle situazioni personali”.