Stefana punta al concordato con i creditori. Centinaia i posti di lavoro a rischio
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Stefana punta al concordato con i creditori. Centinaia i posti di lavoro a rischio

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Pubblicato il 6 Gennaio 2015

Operai davanti all'ingresso della Stefana di Nave (Bs)L’azienda non ha fornito alcuna garanzia, ha dimostrato di non avere le idee chiare su nessuno degli aspetti critici”. Daniela Pedrali, componente della Segreteria provinciale della Cisl, sintetizza così l’incontro che i sindacati hanno avuto ieri pomeriggio a Nave con la direzione del gruppo siderurgico Stefana.

E di aspetti critici che pesano sul futuro dei 700 dipendenti del gruppo (quattro stabilimenti, due a Nave, uno ad Ospitaletto e uno a Montirone) ce ne sono tanti purtroppo: difficoltà di mercato, crisi finanziaria, esposizioni importanti con i creditori, forniture di gas e di energia elettrica bloccate, riapertura degli stabilimenti a rischio.

L’ancora a cui la Stefana S.p.A. sembra aggrapparsi è la richiesta di preconcordato presentata al Tribunale di Brescia: se il giudice dovesse accoglierla l’azienda avrà sicuramente più tempo per rientrare dai debiti con i creditori. Ma dovrà mettere nero su bianco come intende uscire dalla crisi in cui si trova. Esattamente quello che ieri non ha saputo dire alle rappresentanze sindacali.

“Non ci resta che attendere – ha aggiunto Daniela Pedrali parlando con il cronista di Bresciaoggi – in queste condizioni prendere qualunque tipo di decisione è praticamente impossibile”.