Oggi, dopo tre mesi di trattativa, a quattro mesi dalla scadenza del contratto precedente, e senza scioperi, è stata sottoscritta tra Fim, Fiom, Uilm e Alleanza delle Cooperative Italiane, l’ipotesi di accordo per il rinnovo del Contratto nazionale 2013/2015 per gli addetti delle aziende cooperative metalmeccaniche; l’intesa interessa circa 20.000 mila lavoratori.
AUMENTI SALARIALI – Come nel rinnovo del contratto principale del settore, sottoscritto a dicembre 2012 da Fim e Uilm con Federmeccanica e Assistal, l’aumento medio salariale definito è di 130 euro; viene ritoccata in alto la quota dell’elemento perequativo – pari a 485 euro l’anno – destinata ai lavoratori che non godono della contrattazione aziendale; sono state aumentate le maggiorazioni per i turni notturni, le indennità di trasferta e di reperibilità.
NOVITA’ PER IL WELFARE AZIENDALE – Sul fronte del welfare contrattuale, l’accordo prevede l’istituzione dell’assistenza sanitaria integrativa, finora non prevista dal Contratto nazionale della cooperazione metalmeccanica, con contribuzione a carico dei datori di lavoro pari a 24 € l’ anno nel 2013 che diventeranno 48 € nel 2014 e 72 € nel 2016.
CONQUISTE NORMATIVE – Importanti avanzamenti sono stati raggiunti anche sul piano normativo, in particolare sulla tutela della malattia: aumentano i periodi pagati al 100%, mentre i periodi oggi pagati al 50% vengono innalzati all’80%; inoltre trascorsi 61 giorni, ogni nuovo evento viene considerato a se stante e quindi non cumulabile con le malattie precedenti, come era previsto nel vecchio contratto. Rimane la regola già vigente nel Contratto nazionale della cooperazione riguardo alla penalizzazione delle malattie brevi, che viene tuttavia migliorata includendo le assenze per malattia connesse allo stato di gravidanza tra le casistiche per le quali è esclusa penalizzazione.
ORARIO DI LAVORO – La normativa contrattuale riguardante l’orario di lavoro mantiene le specificità da sempre in essere nel contratto della cooperazione che per primo nel settore metalmeccanico, fin dai suoi esordi, negli anni 80, contemplò l’ istituto della flessibilità dei regimi di orario in un arco temporale di 12 mesi con orario settimanale minimo di 32 ore e massimo di 48 ore. Per quanto riguarda il mercato del lavoro, si è provveduto agli adeguamenti sollecitati dalla recente riforma Fornero, in particolare sull’apprendistato e sui contratti a tempo determinato sono state introdotte nuove tutele. Sul part-time per la prima volta si è ottenuta la garanzia di accoglimento della richiesta dei lavoratori in materia, sia pure nell’ambito del 4% della forza lavoro.
LA SODDISFAZIONE DELLA FIM CISL – “La Fim – spiega il Segretario nazionale Anna Trovò che ha seguito direttamente l’andamento della trattativa – ha lavorato fino alla fine per la definizione dei migliori contenuti possibili ottenendo proprio nell’ultimissima fase della trattativa alcune importanti e significative risposte da parte delle Associazioni della Cooperazione riguardo alla sanità integrativa e al valore sociale della maternità”.
RISPOSTE IN LINEA CON L’AZIONE SINDACALE FIM DEGLI ULTIMI ANNI – Per noi – aggiunge la sindacalista – l’intesa raggiunta oggi è importante perché da ai lavoratori risposte salariali e normative importanti in una fase di forte criticità economica e lo fa in linea con quanto già realizzato nel settore da Fim e Uilm nel precedente contratto; riconoscendo aumenti contrattuali finalizzati alla protezione del potere d’ acquisto delle retribuzioni, introducendo innovazioni normative di grande interesse. Contemporaneamente l’intesa riconosce le specificità della cooperazione, compresi gli istituti partecipativi a cui fa riferimento per affrontare le esigenze di flessibilità del lavoro e quelli di democrazia economica”.