Arranca l’industria metalmeccanica lombarda e non sembra riuscire a vedere la fine del tunnel. E in testa alla classifica regionale dei territori maggiormente colpiti c’è Brescia con il 18,6% del totale dei lavoratori coinvolti in fermate produttive.
E’ quanto emerge dal 34° Rapporto semestrale Fim Cisl Lombardia sulle situazioni di crisi, presentato questa mattina dalla Fim Lombardia. Nel 2° semestre 2012 sono stati licenziati 3.646 lavoratori (erano 2356 nel periodo precedente), 63.942 quelli messi in cassa integrazione (erano 58737). Ben 2462 le aziende colpite dalla crisi.
I dati evidenziano un’impennata della mobilità (+55%) nel secondo semestre 2012, con 139 aziende che hanno proceduto a licenziamenti per quasi quattromila lavoratori. In aumento anche la cassa integrazione ordinaria che registra +10% nel semestre (in sei mesi sono ben 1.633 le aziende che hanno attivato nuove sospensioni di cigo per 42.295 lavoratori) e +38% nei dodici mesi rispetto ai precedenti. Stabile nel periodo la cassa integrazione straordinaria, che vede coinvolti 18.001 lavoratori (rispetto ai 17.941 del periodo precedente).
Dopo Brescia le province maggiormente colpite sono Milano (17% delle sospensioni), Bergamo (15,6%), Brianza (12,8%), seguiti da Lecco e Varese (rispettivamente 8,6% e 6,4%).