Giornata di assemblee quella di ieri alla Iveco di Brescia. Al centro della discussione il nuovo contratto del Gruppo Fiat, sottoscritto da Fim Cisl, Uilm e Fismic ma non dai metalmeccanici della Cgil. Nella cronaca dei quotidiani locali la rappresentazione di due percorsi sindacali sempre più distanti.
Dunque assemblee separate visto che non firmando il contratto la Fiom Cgil, in base ad una modifica dello Statuto dei lavoratori che a suo tempo proprio la Fiom aveva voluto, non può svolgere attività sindacale all’interno della fabbrica. L’assemblea dei lavoratori della Fim Cisl, della Uilm e della Fismic si è fatta in fabbrica, mentre i lavoratori iscritti alla Fiom si sono ammassati ad uno dei cancelli di ingresso ad ascoltare i loro sindacalisti che parlavano dall’esterno.
La cronaca della giornata è l’ennesima rappresentazione di due percorsi sindacali sempre più distanti: da un lato le organizzazioni sindacali che si fanno carico della tutela del lavoro nel contesto sociale ed economico che stiamo attraversando, delle condizioni di lavoro, della difesa degli interessi delle persone che lavorano; dall’altro una sigla sindacale che pensa che i problemi si debbano affrontare con il copione dell’ideologia, che alza le barricate dei diritti e non è in grado di assumere la difesa del lavoro come priorità per i lavoratori. Un quadro che emerge con forza dalle pagine che i due quotidiani locali dedicano questa mattina alla questione.
QUEL CHE DIVIDE I LAVORATORI IVECO (Giornale di Brescia)
TRA RABBIA E SODDISFAZIONE (Bresciaoggi)