Anche gli infortuni gravi sono in calo: dal 2008 al 2010 si è passati da 1933 a 1073 infortuni. Un calo che, con 495 infortuni denunciati, si conferma anche nel primo semestre del 2011.
A cosa si deve il miglioramento dei dati? Sicuramente per il lavoro di controllo che vede impegnata Asl, e poi per la prevenzione su cui stanno intensamente lavorando organizzazioni sindacali e imprese. Ma bisogna essere consapevoli del fatto che un calo così drastico è anche effetto collaterale della crisi economica, della conseguente disoccupazione e della riduzione delle ore lavorate.
“Come abbiamo detto anche in occasione della presentazione del Rapporto Inail 2010 – ricorda Paolo Reboni della Segreteria della Cisl bresciana – la soddisfazione per i numeri è relativa perchè troppo alto è l’indice di frequenza degli infortuni sul lavoro, valore che è determinato dal rapporto tra eventi infortunistici e numero di addetti. Pur in presenza della crisi e della perdita di molte migliaia di posti di lavoro, Brescia ha un indice di frequenza infortunistico di 4 punti più alto della media in Lombardia”.
Per quanto riguarda gli infortuni mortali il settore più critico rimane quello delle costruzioni, ma anche il mondo degli appalti e dei subappalti delle manutenzioni è estremamente a rischio.
Il maggior numero di infortuni gravi avviene invece nell’industria metalmeccanica (25,1 per cento degli infortuni), seguito dall’edilizia (9,5 per cento del totale), e dal settore agricolo (6,9 per cento degli incidenti).