2 giugno 1946. Gli italiani sono chiamati ad eleggere l’Assemblea parlamentare che avrà il compito, dopo la tragica parentesi del fascismo e della guerra, di scrivere la Carta costituzionale. Per la prima volta votano tutti gli italiani, uomini e donne. Oltre che per la Costituente, si vota anche il referendum per scegliere tra Monarchia e Repubblica. Elezioni e referndum avvengono in un clima di grande tensione. Lo scrutinio fotografa un’Italia nettamente divisa in due anche se prevalgono i voti per la scelta della Repubblica.
Quest’anno la ricorrenza della Festa della Repubblica vive sull’onda dell’entusiasmo per le celebrazioni dei 150 anni dell’unità d’Italia. Ne ha fatto riferimento anche il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel messaggio inviato ai Prefetti, esprimendo “vivo apprezzamento per le numerose iniziative promosse sul territorio (…) caratterizzate da una straordinaria e calorosa partecipazione di cittadini, a conferma dell’esistenza di un forte e diffuso sentimento di unità nazionale, prezioso per suscitare quel nuovo grande impegno collettivo di cui il Paese ha bisogno nell’attuale difficile situazione economica”.
“Di qui può muovere – ha sottolineato il Capo dello Stato – con rinnovato slancio anche il vostro impegno di Prefetti della Repubblica nel garantire la massima coesione tra le istituzioni chiamate ad operare nel comune interesse dello sviluppo economico, sociale e civile in ogni provincia”.
“Punto di riferimento essenziale resta, anche in questa solenne ricorrenza, – ha concluso il Presidente Napolitano – l’ancoraggio al principio di unità e indivisibilità della Repubblica, e con esso il dovere di tutela dei diritti fondamentali dei cittadini e di tutte le persone presenti sul territorio nazionale”.