Oltre 3000 lavoratori hanno preso parte questa mattina nel centro di Brescia al presidio promosso dalle Categorie del Pubblico Impiego di Cgil Cisl e Uil con il sostegno e l’adesione delle strutture confederali territoriali. Una manifestazione con una partecipazione importante, a sottolineare la gravità delle decisioni del Governo rispetto al pubblico impiego, dalla normativa ad hoc sulla certificazione di malattia frutto del peggiore qualunquismo e della pervicacia volontà del Ministro Brunetta di agitare la bandiera del populismo, fino al disegno di legge che minaccia i livelli salariali acquisiti. Sullo sfondo la chiara mancanza di volontà del Governo di non andare al rinnovo del contratto del pubblico impiego, visto che l’accantonamento previsto in Finanziaria è del tutto insufficiente. I lavoratori pubblici hanno risposto stamattina con forza a queste ipotesi spiegando con un volantinaggio ai cittadini che le questioni dell’efficienza e della funzionalità degli uffici pubblici non è dei cosiddetti “lazzaroni”, che non è difficile trovare anche in altri ambiti produttivi, ma di chi dovrebbe mettere in condizioni gli uffici di lavorare al meglio e non lo fa, vale a dire il Governo centrale. Basta demagogia, hanno detto in sostanza questa mattina i lavoratori, prima in piazza e poi nell’incontro con il Prefetto al quale hanno rappresentato tutto il loro disagio e la loro preoccupazione. Il corteo dei lavoratori si è mosso da Largo Formentone, a ridosso del palazzo municipale di Brescia, e sfilando nella centralissima via X Giornate, Corso Zanardelli e Via Mazzini è arrivato in Piazza Paolo VI sostando all’esterno della Prefettura. La delegazione ricevuta dal Prefetto era composta dai Segretari generali di Cgil Cisl e Uil e dai Segretari generali del pubblico impiego e della scuola delle tre sigle sindacali. Nell’incontro sono stati consegnati dei documenti che il Prefetto si è impegnato a trasmettere a Palazzo Chigi.
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