Diecimila lavoratori a rischio nell’industria metalmeccanica lombarda. Il preoccupato allarme è della Fim Cisl regionale che questa mattina a Milano, nel corso di una conferenza stampa, ha presentato il rapporto semestrale sulle situazioni di crisi in Lombardia. I dati evidenziano una sensibile crescita del numero di aziende in crisi e dei lavoratori metalmeccanici coinvolti. Le procedure di mobilità sono in aumento del 44%, la cassa integrazione del 48%, la cassa ordinaria del 24%. Complessivamente sono 327 le aziende in difficoltà. Insomma, si riaffaccia la crisi in un settore che nella nostra Regione da lavoro a 550mila addetti in 5.700 aziende industriali. Tra i dati che motivano la forte preoccupazione sindacale anche il calo del ricorso al lavoro straordinario e lo stop alle assunzioni.
Scorporando i dati provincia per provincia, il maggior numero di aziende in crisi (107) si trova nel territorio milanese, con 2.588 lavoratori coinvolti. Seguono la Brianza (37 aziende, 1.137 lavoratori), Lecco (31 aziende , 993 lavoratori), Pavia (31 aziende, 919 lavoratori), Varese (27 aziende, 519 lavoratori). A Brescia le aziende in crisi sono 25 con 1.717 addetti, a Bergamo (22 aziende, 1.432 lavoratori), a Legnano-Magenta (14 aziende, 797 lavoratori), Mantova (12 aziende, 434 lavoratori), Cremona (8 aziende, 523 lavoratori) e Como (8 aziende, 495 lavoratori). Il rapporto non ha rilevato nel primo semestre dell’anno situazioni di crisi in provincia di Sondrio e in Vallecamonica.