Pubblico: nuove strategie
TORNA INDIETRO

Pubblico: nuove strategie

3 min per leggere questo articolo

Pubblicato il 8 Aprile 2005

Futuro e impegno. Sono state queste le parole chiave della relazione che il Segretario generale Angelo Galeazzi ha proposto ai 136 delegati riuniti per il Congresso della FPS CISL di Brescia, che con i suoi 5.275 iscritti è una delle più grandi Categorie del Sindacato di via Altipiano d’Asiago, 3.

“A noi interessa il futuro – ha detto Galeazzi – perché parlare del futuro significa parlare di speranza. Noi non possiamo lasciarci coinvolgere passivamente dall’atmosfera di insicurezza, incertezza e precarietà che pare predominare fino a trasformarsi in pessimismo o disperazione. Dobbiamo invece imparare da chi ci ha dato e costruito un futuro e attraverso una lettura serena della realtà che ci circonda, ritrovare quella vitalità e voglia di fare che sempre ha contraddistinto l’azione sindacale, quella della CISL in particolare, dove la persona ricopre un ruolo centrale”.

E nella realtà di un sindacato che opera nella funzione pubblica e nei servizi, oggi c’è soprattutto la preoccupazione di accelerare a livello confederale “delle riflessioni sul modello contrattuale, e per la FPS la conseguente strategia di approccio, perché quella attuale, molto onestamente, ha evidenziato finora più contraddizioni che soluzioni.” C’è in queste parole del Segretario generale della FPS CISL bresciana l’eco delle difficoltà di una vertenza estenuante per i rinnovi contrattuali con una distanza troppo grande tra attese, capacità di elaborazione strategica e strumenti disponibili.

Galeazzi ha anche parlato del Sindacato dopo l’unità sindacale: “Dobbiamo prendere atto – ha sottolineato il Segretario generale della Categoria – che la riforma del sindacalismo confederale non può passare attraverso l’evocazione o il miraggio dell’unità sindacale, ma nella ricerca di alcuni tratti di fondo che, se pur distinti, dimostrino che non siamo distanti. Invece di partire dal valore dell’unità, occorre partire dal valore del pluralismo sindacale, inteso anche come attenzione alle diverse culture dei lavoratori. Bisogna partire dall’idea di lavoro e dal senso che le persone gli attribuiscono. In questo contesto il pluralismo sindacale diventa non un vincolo, ma una ricchezza”.

Galeazzi ha anche riassunto con forza la linea maestra della Cisl: “La nostra è la strada del dialogo e del confronto, dove la mediazione politica faccia premio su ‘compromessi’ accettabili, dove il confronto ed il dialogo siano metodo e sostanza in una società di democrazia politica ed economica fondata su una pluralità di centri di governo”.

Tra le questioni più rilevanti che pesano sul settore pubblico, Galeazzi ha rilevato il “pesante ridimensionamento delle dotazioni organiche, che ha come logica conseguenza una pericolosa messa in discussione dei livelli qualitativi dei servizi, con la conseguente negativa reazione nei confronti di chi, vale a dire i lavoratori, pur tra mille difficoltà tenta di sopperire a carenze sempre più strutturali. La Pubblica Amministrazione è la più grande infrastruttura d’Italia e in quanto tale deve porsi come motore dello sviluppo dell’intero Paese e non essere considerata soltanto come uno spreco di risorse e un peso economico sulla spesa pubblica. La competitività del ‘Sistema Italià di cui oggi tutti parlano e su cui Confindustria e Sindacati hanno ritrovato una significativa assonanza rispetto alla ‘sordità’ del Governo, si gioca sia sulla capacità di innovazione tecnologica, di ricerca e sviluppo del settore privato, ma anche su un settore pubblico fondato sulla trasparenza, l’efficienza, il migliore impiego delle risorse, la razionalità, il miglioramento dei servizi e, di conseguenza, la legittimazione da parte dei cittadini – utenti”.

Detto tutto ciò appare ancora più assurdo e politicamente colpevole il ritardo nel rinnovo contrattuale per i lavoratori della Sanità, degli Enti locali e di tutti gli uffici statali decentrati.

“Da ciò – ha sostenuto il Segretario generale – discende anche per la FPS un quesito preciso: quale è la nostra strategia? Quella di continuare ciclicamente ad andare in piazza, magari in concomitanza con gli appuntamenti elettorali, sposando una impostazione non nostra, ma certo più affine ai compagni di viaggio, o invece quella di smarcarsi o invitare a cogliere il momento più opportuno per sedersi ad un tavolo e verificare se tra le richieste e l’offerta vi è una mediazione accettabile?” Interrogativi importanti, sui quali si è aperto il dibattito congressuale che proseguirà per l’intera giornata di oggi.