Fisascat: per un sindacato di tutti i lavoratori
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Fisascat: per un sindacato di tutti i lavoratori

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Pubblicato il 31 Marzo 2005

La sfida del “sindacato nuovo”, la necessità di ridefinire un nuovo modello di rappresentanza degli interessi del mondo del lavoro, di “pensare sempre più ad un sindacato di tutti i lavoratori”. È stato questo il filo conduttore della relazione con cui Oscar Turati, Segretario generale della FISASCAT CISL, ha aperto ieri pomeriggio a Brescia il suo congresso provinciale. Alla guida di una Federazione che conta oltre 2.600 iscritti tra i lavoratori del commercio, Turati ha dedicato la parte iniziale del suo intervento al contesto sociale e politico entro il quale si iscrive l’azione sindacale. “L’Italia è un Paese confuso e nervoso, mentre noi tutti necessitiamo di una cosa semplice come lo è un Paese normale. Noi crediamo nella politica, nel suo ruolo e nel suo valore per la definizione di un più alto livello di convivenza civile. Questa politica, oggi è evidentemente assente”. Il Segretario generale della FISASCAT ha spiegato il giudizio negativo del sindacato alle iniziative di governo in materia di lavoro, di politiche sociali e di scelte economiche; la preoccupazione per interventi che stravolgono la Carta Costituzionale e per l’imposizione di un’idea di federalismo che tende a spaccare l’Italia in tante piccole Repubbliche. La Cisl ha contrastato questi disegni e continuerà a farlo con determinazione, convinta che solo attraverso la partecipazione sia possibile incidere positivamente sul futuro e sullo sviluppo: “È compito delle forze più vive e sane della società – ha detto Turati – soprattutto quelle sociali, guidare il cambiamento affinché al centro di ogni azione e di nuove scelte vi sia sempre l’uomo, con i propri valori, i propri diritti e le proprie speranze”.

Affrontando poi le questioni che più direttamente investono l’azione sindacale della FISASCAT, il Segretario della categoria ha ricordato come le grandi aziende europee abbiano di fatto invaso il mercato della Grande Distribuzione, “cannibalizzando” marchi storici del nostro Paese; “Tutelare e rappresentare i lavoratori in questi situazioni è possibile solo attraverso un impianto di contrattazione che al livello nazionale affianchi un effettivo ed efficace livello decentrato per rispondere alla specificità territoriali”. In questa prospettiva l’esperienza degli enti bilaterali è per la FISASCAT un riferimento importante di efficienza e di modernità: “Attraverso gli enti bilaterali – ha spiegato Turati – il sindacato dispone di uno strumento per praticare la partecipazione con le imprese, sia nelle dinamiche del mercato del lavoro che negli ambiti della formazione permanente”. Le trasformazioni del lavoro che così profondamente hanno segnato l’ultimo decennio, per la FISASCAT impongono di superare il modello di “sindacato industrialista”. Per il Segretario generale del commercio Cisl “non esiste un mercato dell’industria e uno del turismo o un altro ancora del terziario; c’è piuttosto il mercato dentro il quale si collocano le singole realtà settoriali, intrecciate da un unico andamento economico complessivo. Basti pensare che nella costruzione del Prodotto Interno Lordo della nostra provincia, la sfera dei servizi contribuisce quasi con il 60%, mentre l’industria ha una quota del 37,4%”. Turati ha anche chiesto ai Comuni maggior attenzione ai problemi del commercio, e soprattutto maggiore equilibrio, visto che troppe volte si sono dovute registrare incomprensibili rigidità nei confronti del commercio tradizionalmente inteso a fronte di estrema flessibilità rispetto alle esigenze delle grandi società multinazionali. Un altro capitolo importante della relazione congressuale dal Segretario della FISASCAT è stato dedicato agli impegni che hanno visto la categoria mobilitarsi su temi e questioni di interesse generale, come la campagna di sensibilizzazione per una regolamentazione del lavoro domenicale e festivo: “Una battaglia culturale –  ha detto Turati citando il documento della Pastorale Sociale e del Lavoro – che dovrebbero combattere gli italiani in quanto cittadini, non solo i cattolici. E questo noi abbiamo fatto cercando di ampliare il senso dell’agire sindacale a proposito di un tema per il nostro settore sicuramente delicato e largamente impopolare. Siamo convinti che ciò faccia parte comunque dei nostri compiti, anche perché è attraverso battaglie come queste che possiamo costruire collegamenti significativi con altre aggregazioni sociali”.

Chiudendo il suo intervento il Segretario generale della FISASCAT ha ricordato come al Sindacato oggi si richiedano maggiori competenze e professionalità che vanno oltre il tradizionale cuore della contrattazione. “È dunque necessario avere una forte capacità di adattamento strategico, con uno sforzo condiviso per dare protagonismo alle delegate e ai delegati, che sono i veri terminali dell’incontro tra sindacato e lavoratori, anche attraverso una nuova stagione della formazione. Rompiamo il cerchio del grigiore -ha concluso Turati – e viviamo con speranza dentro la storia che ci viene chiesto di scrivere nelle nostre azioni quotidiane”.

Subito dopo la relazione congressuale sono intervenuti numerosi invitati in rappresentanza della molteplicità dei rapporti che contraddistinguono l’attività della FISASCAT sul territorio. I lavori proseguono per tutta la giornata di oggi con il dibattito e le votazioni.