DPEF. Il governo ha varato un rimedio peggiore del male
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DPEF. Il governo ha varato un rimedio peggiore del male

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Pubblicato il 5 Agosto 2004

Una manovra che deprimerà la nostra economia. Lo ha detto il Segretario generale della Cisl, Savino Pezzotta all’ audizione della Commissione parlamentare Bilancio di Camera e Senato, ribadendo il parere negativo dei Sindacati al Documento di Programmazione Economica e Finanziaria e, soprattutto, al tasso d’inflazione in esso indicata. “È un tasso irrealistico – ha detto il leader della Cisl – che indica la volontà di superare la politica dei redditi, che non è politica di moderazione salariale ma impianto virtuoso che tiene legata la tutela del potere d’acquisto dei salari e delle pensioni, il governo dei prezzi e delle tariffe. Ora non resta che affidarsi ai rapporti di forza, con quello che ne consegue sul terreno della coesione sociale”.

”Le misure che vengono oggi prospettate con il DPEF – ha puntualizzato il Segretario generale della Cisl – possono avere effetti depressivi forse maggiori di quelli che provocò la manovra del 1992. Reperire i quasi 17 miliardi di tagli strutturali alla spesa non sarà facile e comunque avrà ricadute negative. Tutti invocano la ripresa dei consumi da un lato ed il taglio degli stipendi dall’altro. Due posizioni inconciliabili

Il Governo afferma di non volere tagliare su Sanità, Scuola, Sicurezza e Servizi sociali e nello stesso tempo afferma che è impensabile che queste correzioni siano indolori. Morale, non c’è tanto da stare allegri, anzi! L’ottimismo del Governo crea una ambiente ostile alla responsabilità. Ripetiamo per l’ennesima volta che questo documento non ci piace. È un documento che presenta profondi dissensi al suo interno, è estremamente generico e va cambiato. Il sindacato è disponibile ad avviare i confronti, ma solo se la controparte si mette nella condizione di poter cambiare idea. Altrimenti non serve a nulla”.