Dopo la vicenda Marzotto dove la Categoria dei Tessili della Cgil bresciana ha subito una pesante sconfitta, prima con i lavoratori che in stragrande maggioranza hanno condiviso le posizioni della Cisl e poi in Tribunale perdendo la causa intentata contro l’azienda, un altro episodio conferma come i lavoratori non siano più disposti ad accettare la linea dello scontro fine a se stessa sostenuta dalla Cgil.
“La vicenda che lo conferma – spiega Lorenzo Torri, Segretario generale della Femca Cisl – è quella della Niggeler e Kupfer, importante aziende tessile con quattro stabilimenti in provincia di Brescia con 649 addetti, leader europeo del cotone. Da tempo è aperta una vertenza aziendale per il rinnovo del contratto integrativo, vicenda molto complessa perché inserita in uno scenario generale molto precario. Dopo molte trattative si è arrivati a definire per lo scorso anno una soluzione transitoria sulla questione salariale, giudicata percorribile dalla dalla Femca Cisl ma fortemente avversata dalla Filtea Cgil che in questa azienda ha da sempre una presenza molto radicata e organizzata”.
Si è deciso così di sottoporre l’ipotesi di soluzione al giudizio dei lavoratori, un passaggio che la Cgil ha fortemente caricato di peso politico. Prima del voto si sono svolte assemblee in tutti gli stabilimenti, segnate purtroppo anche da pesanti episodi di intolleranza messi in atto dalla Cgil nei confronti dei sindacalisti della Cisl. Su 649 dipendenti , hanno votato in 528. Con 262 voti a favore e 260 contrari è passata la posizione sostenuta dalla Cisl; sei le schede nulle o bianche.
“Una vittoria sul filo di lana – conclude il sindacalista della Cisl – a testimonianza della forte tensione creata in azienda. Ma anche una vittoria estremamente importante perché ottenuta in una realtà che la Cgil riteneva di orientare facilmente. È l’ennesimo episodio che da un lato dimostra come la Cgil sia sempre più condizionata da una linea fortemente conflittuale della quale non riesce a liberarsene anche in situazioni oggettivamente gestibili, e dall’altro come i lavoratori non siano più disposti ad accettare il massimalismo di chi dice di fare i loro interessi ma nei fatti dimostra di perseguire una logica conflittuale incomprensibile”.