Amianto: le aziende fanno ostruzione
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Amianto: le aziende fanno ostruzione

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Pubblicato il 7 Febbraio 2003

Invalidità da amianto: delle 2800 domande pervenute all’Inail di Brescia (40.000 in Lombardia, 230.000 in tutta Italia) sono 1.600 quelle già esaminate a partire da aprile 2002, 400 delle quali hanno determinato il riconoscimento delle agevolazioni previdenziali e pensionistiche previste dalla legge. Il dato è stato comunicato questa mattina dal Direttore dell’Inail provincaile ad una delegazione della Cisl bresciana che ha incontrato i vertici dell’Istituto per fare il punto sulle domande presentate dai lavoratori di settori produttivi in cui è presente l’amianto.

“È stata dunque esaminata più della metà delle pratiche – ha dichiarato il Segretario Cisl Paolo Reboni – a testimonianza dell’impegno e della serietà del lavoro dell’INAIL. Quello che invece ci preoccupa in maniera molto seria è l’atteggiamento di reticenza delle aziende: nella definizione delle pratiche la difficoltà più grande si sta rivelando quella di ottenere il curriculum lavorativo dei dipendenti”.

Nel corso dell’incontro l’Inail ha annunciato alla delegazione della Cisl che oltre ad inviare lettere di diffida alle aziende che non collaborano, intende rafforzare ulteriormente l’ufficio che si occupa delle problematiche sull’amianto.

“Certo è che l’impegno dell’Istituto deve essere acompagnato da altre iniziative – ha concluso Reboni – La CISL ritiene necessario un forte impegno dei parlamentari bresciani per far sì che la legislazione vigente non venga stravolta. Brescia necessita di una forte collaborazione tra ASL e Ministero del Lavoro, che sono titolati al controllo delle attività produttive per supportare il lavoro dell’Inail in merito alla problematica dell’amianto”.

Non manca nelle dichiarazioni del Segretario della Cisl una stoccata alla Cgil: “Ci sono organizzazioni sindacali che evidentemente soffrono di strabismo. Non si capisce altrimenti perché, di fronte al problema delle aziende che non collaborano hanno deciso, in segno di protesta, di presidiare l’Inail! Il risultato è che le aziende continuano a fare ostruzionismo e l’Istituto deve perdere tempo a rispondere di cose che dipendono da altri”.