“L’Italia abbraccia Brescia e i suoi martiri”
TORNA INDIETRO

“L’Italia abbraccia Brescia e i suoi martiri”

L'omaggio del Presidente della Repubblica alla memoria delle vittime della strage del 28 maggio 1974

3 min per leggere questo articolo

Pubblicato il 28 Maggio 2024

Anche oggi, come ogni anno, attorno alla stele in Piazza della Loggia che ricorda i nomi delle otto vittime della strage del 28 maggio 1974 si è fatta una grande macchia di colore. A comporla sono i tantissimi fiori portati dalle organizzazioni sindacali, associazioni e singoli cittadini in questa speciale giornata che segna il cinquantesimo anniversario del terribile attentato compiuto nel corso di una manifestazione sindacale unitaria convocata proprio per contrastare la deriva antidemocratica della destra di quegli anni e opporsi alla strategia della tensione del terrorismo neofascista.

La bomba, nascosta dentro un cestino dei rifiuti sotto il porticato che sta all’opposto della facciata di Palazzo della Loggia, uccise otto persone: Giulietta Banzi Bazoli, Livia Bottardi Milani, Euplo Natali, Luigi Pinto, Bartolomeo Talenti, Alberto Trebeschi, Clementina Calzari Trebeschi, Vittorio Zambarda.
Per ognuna di loro, in una piazza gremita di gente e raccolta in un profondo silenzio, c’è stato un rintocco della campana dell’orologio che sovrasta la piazza, seguito dallo scampanio delle parrocchie di tutta la città.

 

Mattarella: “Sono stati momenti oscuri e tristi che hanno attraversato l’intera Italia”

“Oggi la Repubblica italiana è Brescia, è Piazza della Loggia. – ha detto poco dopo il Presidente della Repubblica parlando ai familiari, ai giovani e ai sindaci riuniti nel Teatro Grande – La città avverte ancora oggi quell’atto di barbaro terrorismo. Sono stati momenti oscuri e tristi che hanno attraversato l’intera Italia. Di quel 28 maggio 1974 ricordiamo l’atmosfera di apprensione, inquietudine e sconcerto che si diffuse in ogni angolo del Paese. L’obiettivo di quell’attentato era destabilizzare la Repubblica Italiana. Quella bomba voleva fermare le conquiste sociali e politiche. L’intera Italia abbraccia Brescia, i suoi morti non verranno dimenticati”.

QUI il testo integrale dell’intervento del Presidente Mattarella

 

Landini: “Sconfiggere la cultura della violenza e della sopraffazione”

In piazza, invece, avevano preso la parola ad inizio mattinata Silvia Peroni, figlia di Redento Peroni, uno dei cento feriti dalla bomba di 50 anni fa, scomparso lo scorso febbraio, e alcune studentesse del liceo Fermi di Salò. E poi, a nome di Cgil Cisl Uil, Maurizio Landini, segretario nazionale della Cgil: “Cinquant’anni fa tante persone erano in questa piazza a difesa della nostra Costituzione e per sconfiggere il neofascismo, la cultura della violenza e della sopraffazione. Mai come adesso credo sia assolutamente importante non solo non dimenticare, ma recuperare quelle lotte, quei valori e quegli insegnamenti per costruire un futuro diverso per il nostro Paese”.

 

Castelletti: “Brescia non dimentica, e non dimenticherà mai”

“Per noi bresciani – ha affermato al Teatro Grande  il sindaco di Brescia nel saluto rivolto al Presidente Mattarella – è sempre stato essenziale far piena luce sui responsabili della strage, non per un desiderio di rivalsa, ma per inserire un tassello in più nella costruzione del futuro di questo Paese, che deve evolversi nel solco della convivenza sociale, del pluralismo, della tolleranza. Brescia non dimentica, e non dimenticherà mai, il suo strazio, i suoi morti, il suo impegno e chiederà verità e giustizia fino a quando le avrà ottenute”.

 

Pluda: “Alimentare ogni giorno la democrazia, la libertà e la giustizia”

Intervistato da Tv2000 che per tutta la giornata ha seguito il programma del 50esimo della strage con collegamenti in diretta, Alberto Pluda, segretario provinciale della CISL , ha sottolineato l’impegno a trasmettere alle giovani generazioni il dovere della memoria, perché da essa deriva la capacità di alimentare ogni giorno la democrazia, la libertà e la giustizia, valori per i quali lavoratori, giovani e cittadini scesero in piazza cinquant’anni fa e che da cinquant’anni ci portano qui ogni 28 maggio”.

 

Il 30 maggio inizia il processo a Toffaloni

A distanza di mezzo secolo, si cerca ancora di fare completa luce sulla strage. Se nel 2017 la Corte di Cassazione ha confermato in via definitiva la condanna all’ergastolo a Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte, una nuova inchiesta accusa dell’eccidio altri due neofascisti veronesi, Marco Toffaloni, all’epoca minorenne, e Roberto Zorzi: il processo a Toffaloni inizierà giovedì 30 maggio.

 

servizi fotografici di Chiara Bertagnolli e Marco Longhi