Partendo dall’analisi dei Rapporti biennali del personale maschile e femminile sulla situazione del personale delle imprese lombarde, che le aziende pubbliche e private con più di 50 dipendenti sono obbligate a produrre con cadenza biennale, oggi pomeriggio a Milano sono state analizzate in un convegno, organizzato dall’Ufficio della Consigliera di Parità regionale, le criticità relative all’occupazione femminile e formulate proposte per sostenerla.
La nostra realtà territoriale è quella con i dati peggiori rispetto al resto delle province lombarde. Se a livello regionale l’occupazione femminile si attesta al 44% del totale, a Brescia è del 40,1%.
“Le imprese lombarde con oltre 50 dipendenti, rispondenti all’indagine 2021, sono 7.549 e costituiscono meno del 3% delle imprese con sede legale e con dipendenti sul territorio lombardo – ha affermato Anna Maria Gandolfi, Consigliera di parità regionale – tuttavia sono un aggregato molto consistente in termini di risorse umane e rappresentano oltre la metà del totale degli addetti nelle imprese lombarde con dipendenti e la lettura di questi dati evidenzia, ancora oggi, la persistenza di alcuni fenomeni che ostacolano la piena occupazione femminile”.
- In Lombardia la retribuzione media di un lavoratore è di 33.135 euro lordi, quella di una lavoratrice di 28.234 euro.
- I contratti part-time riguardano quasi esclusivamente le donne: 33,1% contro l’8,2% degli uomini. Lo scarto si conferma anche quando si tratta di trasformare un contratto da tempo determinato a tempo indeterminato: 28,7% per l’occupazione maschile, 22,7 per quella femminile.
- Non va meglio a livello dirigenziale, dove la componente femminile si ferma al 32%.
Occorre puntare sulla “Certificazione della parità di genere”, è stato sottolineato nel corso del convegno di oggi pomeriggio, strumento per avviare una inversione di rotta non più rinviabile.