Sollecitare un avanzamento dei negoziati per giungere in tempi brevi al rinnovo dei Contratti nazionali scaduti nel terziario di mercato, denunciare lo stallo delle trattative e l’ormai insostenibile situazione in cui versano gli oltre 7 milioni di lavoratrici e i lavoratori del settore, attanagliati dalla perdita del potere d’acquisto nella difficile congiuntura economica.
Sono gli obiettivi della assemblea intersettoriale dei delegati e dirigenti Fisascat Cisl, Filcams Cgil e Uiltucs in corso a Bologna che ha come slogan #IlContrattoCiSpetta!
A guidare la delegazione della Fisascat Cisl Brescia (foto) è il segretario generale Paolo Tempini con la collega Monica Bellentani.
Ingiustificati atteggiamenti dilatori
Le trattative di rinnovo nei macrosettori del Terziario (Terziario Distribuzione Servizi, DMO, Distribuzione Cooperativa), del Turismo (Alberghi, Pubblici Esercizi Ristorazione Collettiva e Commerciale ed Agenzie di Viaggio) – denunciano i sindacati – e nei contratti delle Aziende Termali, del Lavoro Domestico, dell’Acconciatura ed Estetica e degli Studi Professionali, registrano un ingiustificato atteggiamento dilatorio delle controparti.
Un quadro complesso e preoccupante
“Ritardi inaccettabili – sottolinea Fisascat Cisl – anche in considerazione del fatto che il terziario di mercato ha pagato a caro prezzo la grave situazione pandemica che nel 2020 ha sconvolto la vita di milioni di persone.
Nel difficile e imprevisto quadro determinatosi a partire dal marzo del 2020, gli addetti della distribuzione commerciale e del lavoro domestico si sono trovati ad affrontare in prima linea l’emergenza, mettendo in gioco la propria vita, mentre i lavoratori del turismo, del comparto termale e dell’acconciatura ed estetica hanno dovuto fare i conti con le chiusure imposte dal governo e sono stati costretti a fermarsi, alcuni senza più tornare al lavoro.
Oggi invece, mentre i settori interessati registrano una ripresa e un aumento dei fatturati, quell’emergenza ha le sembianze di una crisi economica che schiaccia il potere d’acquisto di lavoratrici e lavoratori e frena una ripresa necessaria per l’intero sistema Paese”.