Dal dialogo i processi di cambiamento nelle realtà sociali e politiche
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Dal dialogo i processi di cambiamento nelle realtà sociali e politiche

Ieri pomeriggio in città un incontro sul “Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune”

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Pubblicato il 5 Febbraio 2023

“Tutti siamo invitati ad essere portatori di dialogo, lì dove viviamo. E sarà puntando sul valore del dialogo che sarà possibile avviare dei veri processi di cambiamento nelle realtà sociali e politiche. Un paradigma che dovrà necessariamente investire Oriente e Occidente, Nord e Sud, rivalutando la diversità come ricchezza e non come contrapposizione”.

Lo ha affermato ieri pomeriggio Roberto Catalano, direttore del Centro internazionale per il dialogo interreligioso del Movimento dei Focolari, intervenendo all’incontro promosso dal “Patto bresciano di fraternità interreligiosa” che ha avuto luogo nella splendida cornice della Chiesa di San Cristo nel complesso dei Saveriani ai piedi del Castello.

Occasione dell’incontro è stato il quarto anniversario del “Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune” sottoscritto da Papa Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar.

Oltre a Catalano, a riflettere sulle ricadute, non solo religiose, della “dichiarazione di Abu Dhabi” c’erano Yassine Lafram presidente nazionale dell’Unione delle Comunità Islamiche in Italia, e don Roberto Ferranti, direttore dell’Ufficio diocesano per il dialogo interreligioso.

 

Cambiare il registro della contrapposizione

Per il sacerdote bresciano è questo il momento per rispondere concretamente all’appello a riscoprirsi fratelli, per promuovere insieme la giustizia e la pace, sottoscritto dai leader religiosi: “Dobbiamo  cambiare il registro della contrapposizione. Papa Francesco ricorda che c’è solo un’alternativa: o la civiltà del confronto oppure la civiltà dello scontro. A Brescia sono presenti 146 gruppi di diverse estrazioni culturali, etniche e religiose. Solo attraverso il dialogo sarà possibile individuare assieme strade di verità e giustizia. In questo modo aiuteremo le stesse realtà religiose a realizzarsi come credenti, per essere testimoni anche alle persone che non hanno una fede religiosa, ed assieme lavorare al raggiungimento della fraternità e il riconoscimento dei diritti di tutti gli uomini”.

 

Dialogo, necessità della natura umana

“Il documento di cui oggi ricorre il quarto anniversario della firma – ha aggiunto il presidente nazionale dell’Unione delle Comunità Islamiche in Italia – non dice che dobbiamo essere tutti Cristiani o Musulmani, ma che dobbiamo iniziare a costruire un dialogo tra fratelli, in quanto uomini di pace, donne e uomini che abitano la stessa madre terra. Il dialogo è una necessità della natura umana, attraverso di esso, senza lasciarci prendere dalla paura, possiamo reciprocamente arricchirci. Dobbiamo scardinare le rigidità e i pregiudizi che sono alla base della demonizzazione di chi ha una convinzione diversa dalla nostra”.

 

Andare oltre le nostre categorie mentali

La dichiarazione di Abu Dhabi – ha concluso Catalano – “ci aiuta ad andare oltre le nostre categorie mentali, per assumere una nuova cultura del dialogo: religioso, culturale, politico e sociale. Certamente sono le religioni a dover dare per prime l’esempio che il dialogo è possibile“.

 

In presenza e in streaming (fin dentro al carcere) 

L’incontro è stato seguito in diretta streaming anche da un gruppo di detenuti nel carcere cittadino nell’ambito delle attività di una delle associazioni aderenti al “Patto bresciano di fraternità interreligiosa”.

Tra i numerosi presenti all’incontro nella Chiesa di San Cristo c’erano il vice sindaco di Brescia Laura Castelletti, l’assessore Marco Fenaroli, il rettore dell’Università Francesco Castelli; per la Cisl c’erano il segretario Paolo Reboni, il presidente Anolf Giovanni Punzi insieme alla responsabile dello sportello associativo Anina Baleta.

Al termine del convegno c’è stata una proposta musicale seguita da un momento conviviale animato dai giovani delle comunità culturali e religiose promotrici, in cui partecipanti hanno potuto conoscersi, dialogare e confrontarsi in un clima di serenità e di festa.