Nella Legge di Bilancio varata dal Governo – contro la quale una parte sindacale ha deciso di proclamare uno sciopero – mancano numerose risposte alle rivendicazioni che Cgil Cisl Uil hanno unitariamente sottoposto alla Presidente del Consiglio, ma ci sono anche interventi che vanno nella direzione giusta.
Lo ribadisce questa mattina il segretario generale della Cisl bresciana, Alberto Pluda, dalle pagine di Bresciaoggi che ha intervistato i leader sindacali provinciali sul “perché sì” e “perché no” allo sciopero.
Al giudizio ultimativo dei colleghi Bertoli e Bailo – secondo i quali siamo in presenza di una “manovra che non guarda al contesto attuale e nemmeno al futuro, che discrimina e che non ha idee chiare” – Pluda risponde entrando nel merito del provvedimento.
Pluda a Bresciaoggi:
Continuare il negoziato finché possibile”
“Da un primo esame del testo – osserva il segretario Cisl – abbiamo apprezzato diverse misure legate alle risposte emergenziali come l’innalzamento della soglia Isee per gli sconti in bolletta, la detassazione dei premi di produttività, le risorse per le assunzioni e le stabilizzazioni di donne e giovani. Il governo ha fatto uno sforzo e ha risposto alle richieste del sindacato: alcune sono state accolte, altre necessitano di ulteriori confronti e modifiche”.
La legge può essere migliorata attraverso una piena rivalutazione delle pensioni, azzerando i vincoli su Opzione donna, togliendo l’innalzamento delle soglie di utilizzo dei voucher, abbattendo l’Iva sui beni di largo consumo e migliorando l’intervento sul cuneo fiscale fino ai 35 mila euro.
Tra le proposte anche l’azzeramento della tassazione sugli accordi di produttività, inclusi i settori pubblici, l’aumento delle risorse erose anche dall’inflazione su sanità, scuola, servizi sociali.
“Dobbiamo continuare il negoziato finché possibile – conclude Pluda – evitando scioperi privi di idee. Per primi abbiamo manifestato insoddisfazione su alcune decisioni. La manovra non si migliora in piazza, ma esercitando responsabilità e conquistando tavoli di confronto”.