Uno speciale di Bresciaoggi sulle questioni del lavoro
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Uno speciale di Bresciaoggi sulle questioni del lavoro

Nelle pagine di "New Job" anche le preoccupazioni dal versante sindacale

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Pubblicato il 30 Novembre 2022

“Il sistema lavoro resta debole tra bassi salari, pochi full time e produttività molto bassa. Ci sono segnali confortanti ma ci sono debolezze ormai cronicizzate”. Aprono così le pagine di New Job, lo speciale dedicato ai temi del lavoro che correda l’edizione in edicola di Bresciaoggi .

Accanto alle più recenti rilevazioni sull’andamento del mercato del lavoro, sul mancato rispetto dei contratti, sui salari e su immigrazione e lavoro, i cronisti di Bresciaoggi hanno raccolto il parere di diversi esperti. Una pagina dello speciale riporta le preoccupazioni di parte sindacale.

Qui di seguito la sintesi redazionale della conversazione che il quotidiano ha avuto con il l segretario generale Cisl Brescia, Alberto Pluda.

 

 

L’occupabilità è il nodo da sciogliere

 

«A preoccupare veramente è la tenuta sociale e, in un circolo vizioso, la tenuta del sistema. Cala la domanda, le imprese sono in difficoltà, licenziano o mettono in Cassa e a soffrire sono sempre i lavoratori»: sono le parole preoccupate di Alberto Pluda, segretario generale della Cisl, che prosegue: «È la vita normale delle famiglie a essere in pericolo, in particolare le monoreddito con figli, alle prese con le bollette, l’affitto, le spese scolastiche, i carrelli sempre più vuoti», rincara il segretario. Il quale ripone poche speranze nell’azione di Governo: «Sentite le cifre che girano, si tratta di bricioline di sostegno, basate ancora sui bonus, niente di strutturale.

Le proposte sul fisco poi sono ingiuste, occorre mantenere equità, progressività. I problemi non li hanno i redditi da 100 mila euro. Lo stato sociale è sempre più a rischio, le disuguaglianze da anni continuano a crescere, i poveri sono sempre più numerosi», è la sua opinione. Come Cisl, Pluda tiene a puntare il dito sulle politiche del lavoro: «Esistono sul tavolo a livello nazionale 140 milioni per la Garanzia Occupazione Lavoro (Gol), per far incrociare domanda e offerta, ma non funziona niente. I Centri di Promozione lavoro non funzionano, non condividono i dati con le agenzie private e non vengono effettuate buone pratiche. L’obiettivo è quello di custodire gelosamente i dati o è quello di cercare opportunità per il disoccupato, per chi ha perso il posto? Insistiamo molto sull’utilizzo delle risorse per la riqualificazione, altrimenti è ardua l’immissione o la reimmissione nel mercato. Anche il Centro di Brescia non funziona, stenta molto; cerchiamo di sollecitare il referente provinciale, Filippo Ferrari, non si va avanti. È l’occupabilità il vero nodo, non solo il sostegno al reddito: dobbiamo darci tutti una mossa, adesso che i soldi ci sarebbero, devono farlo i Centri, dobbiamo farlo noi che ci mandiamo i lavoratori dopo gli accordi».

Altro tema: le pensioni. Per Pluda «si parla di nuovo di provvedimenti tampone, non di una riforma complessiva che, soprattutto, tenga conto per la flessibilità in uscita che non tutti i lavori sono uguali. Certo si deve ragionare realisticamente in base alla coperta che è corta, tuttavia le differenze vanno calcolate. Così come si deve pensare ai giovani che hanno impegni discontinui, bassi salari e avranno il calcolo contributivo. Avremo una generazione di pensionati poveri se non provvediamo in tempo. Il vero salto di qualità è guardare al futuro, non solo ai voti ricevuti e da ricevere».