Una Direzione sorda alle richieste di dialogo e di confronto avanzate dai rappresentanti delle lavoratrici e dei lavoratori. Strutturale carenza d’organico. Cinquanta dimissione volontarie negli ultimi mesi (ASA, OSS, infermieri, educatori, fisioterapisti, centralinisti, personale amministrativo, magazzinieri e manutentori) a conferma di un clima lavorativo deteriorato.
Una denuncia “non senza amarezza”
A Villa di Salute, la RSA di Mompiano gestita dalla Fondazione Paola di Rosa, le cose non vanno per il verso giusto. A denunciare il quadro problematico sono Cgil FP, Uil FPL e FP Cisl, “non senza amarezza – precisano – perché questa struttura è sempre stata un fiore all’occhiello dell’offerta socio residenziale per anziani nella nostra città, anche grazie alla fidelizzazione del personale, elemento decisivo per la qualità del servizio e del rapporto con i degenti.
Riduzione del personale e carichi di lavoro eccessivi
Da circa un anno – denunciano i sindacati – si assiste ad un progressivo e generale scadimento del clima all’interno di Villa di Salute: “A determinarlo è stato un cambio negli orientamenti della Direzione che ha portato ad una riduzione di personale, internalizzando sì un servizio, ma passando dai 34 operatori di quando era esternalizzato ai 18 operatori di oggi; oltre a questo sono stati unilateralmente cambianti i piani di lavoro e matrici turni di tutta la struttura. Tutto questo ha comportato da un lato un pesante aggravio del lavoro per il personale rimasto, dall’altro un impoverimento del capitale umano che dovrebbe essere la principale ricchezza di una RSA”.
Prima l’organizzazione del lavoro, poi il resto
Cgil FP, Uil FPL e FP Cisl segnalano inoltre con stupore che a fronte della loro richiesta di confronto alla direzione, confronto centrato su una migliore organizzazione del lavoro, la direzione ha rilanciato con la proposta di un incontro per determinare i criteri per la distribuzione di un incentivo!
La speranza? Relazioni sindacali corrette
Insomma, una situazione non più sostenibile, nella quale nemmeno la Congregazione delle Ancelle della Carità hanno più voce in capitolo, nonostante la RSA porti il nome della loro Santa fondatrice.
“Abbiamo deciso di rendere pubblico lo scontento di lavoratrici e lavoratori – concludono i sindacati – nella speranza di ottenere un deciso cambiamento nei rapporti tra direzione e personale, auspicando di riprendere corrette relazioni sindacali, come è stato del resto fino a qualche mese fa”.
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