Caporalato in agricoltura: azioni di rete contro lo sfruttamento
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Caporalato in agricoltura: azioni di rete contro lo sfruttamento

Convegno provinciale promosso da Cisl e Fai: decisivo il ruolo della prevenzione

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Pubblicato il 20 Ottobre 2022

“Abbiamo voluto questo momento di approfondimento per riaffermare il sostegno confederale ad una categoria che da anni si batte in prima linea per una filiera agricola responsabile”. Così il segretario generale di Cisl Brescia, Alberto Pluda, nel saluto che ha aperto il convegno promosso insieme alla Fai provinciale dal titolo: “Un’altra agricoltura. Fermiamo lo sfruttamento, il caporalato, l’ingiustizia”.

“Siamo chiamati a confrontarci con sfide sempre più complesse e in contesti sempre diversi ad agire per il rispetto della dignità delle persone che lavorano. Per questo abbiamo bisogno di confronto – ha aggiunto Pluda – di occasioni di approfondimento, di dialogo sociale, per intervenire sulla qualità del lavoro, che è il modo più incisivo per rompere la catena della irregolarità e dello sfruttamento”.

Rossella Gazzaretti, segretario generale della Fai bresciana, ha sottolineato nella sua introduzione – QUI il testo integrale – l’importanza di interventi di rete: “Lavoriamo in quest’ottica, insieme alle altre parti sociali, con Ats, Ispettorato del Lavoro e Inps, per la prevenzione del fenomeno, più che di una gestione”.

 

CALAFA’: Lo sfruttamento comincia dentro i Centri di accoglienza

Laura Calafà, Ordinario di Diritto del Lavoro all’Università di Verona e coordinatrice di un progetto biennale sulla Filiera dell’Agricoltura Responsabile che ha monitorato sfruttamento e lavoro irregolare in Lombardia, Veneto e Trentino Alto Adige, ha messo in luce la necessità di un salto di qualità nell’intermediazione del lavoro per contrastare efficacemente il caporalato: “Lo sfruttamento comincia dentro i Centri di accoglienza dove i caporali reclutano manodopera: perché allora non togliere loro spazio portando i mettendo in contatto i Centri per l’impiego dentro i Centri di accoglienza?”. Anche al Nord lo sfruttamento ha dimensioni preoccupanti: “Nel corso del progetto, con nostra grande sorpresa, si sono rivolte a noi 3.396 persone vittime di caporalato, di cui 1.657 solo in Lombardia. A noi struttura universitaria. Questo significa che manca un presidio delle istituzioni e delle necessarie articolazione dei servizi in grado di essere punto di riferimento per coloro che si trovano in quella condizione”.

 

CAVALLERI: puntare sulla premialità  per le aziende in regola

Daniele Cavalleri, segretario regionale della Fai, ha portato al convegno l’esperienza vissuta in Franciacorta dove fu proprio il sindacato bresciano a sollevare per primo il problema del caporalato: “Bisogna prevedere una premialità per le aziende che si iscrivono alla Rete del Lavoro Agricolo di qualità, e al tempo stesso agire sui Piani di Sviluppo Rurale prevedendo incentivi e sostegno agli imprenditori agricoli che si iscrivono alla Rete”.

 

Ispettorato del Lavoro, Inps e Ats: controlli e sanzioni

Vincenzo Perna dell’Ispettorato del Lavoro di Brescia, ha ricordato, sulla base dati di cui dispone l’istituto, che in agricoltura la percentuale dei lavoratori in nero e irregolari  arriva al 38%, mentre la percentuale dei lavoratori vittime di sfruttamento è dell’11,7%. In Lombardia nel 2021 siano state ispezionate 205 aziende, facendo registrare 96 lavoratori in nero (9 senza permesso di soggiorno) 38 lavoratori interessati da fenomeni di caporalato e 250 da azioni di appalto illecito.

Salvatore Giuffrida, responsabile delle attività di vigilanza dell’Inps in Lombardia, ha ricordato l’importanza dell’agricoltura per la nostra regione, con un valore di produzione di 7,8 miliardi di euro e che la provincia di Brescia, con le sue 9.712 aziende, concorre al risultato per il 27,4%, il valore più alto di tute le province lombarde. L’Inps ha accertato nei primi nove mesi del 2022 un’evasione contributiva nel bresciano di oltre 1 milione di euro (quasi 8 a livello regionale). Il lavoro ispettivo deve però fare i conti con una drammatica carenza d’organico: in pochi decenni a Brescia si è passati da 43 a 14 ispettori.

Fabrizio Ferrari e Massimo Faccio, tecnici della prevenzione di ATS Brescia, hanno raccontato il progetto pluriennale “Vendemmia etica” che coinvolge non solo la Franciacorta ma anche la Valtenesi, l’area del Lugana, quella di Botticino e del Montenetto, che prevede alcuni obiettivi obbligatori: contratti di appalto completi e puntali; formazione e informazione per gli addetti; fornitura dei dispositivi di protezione individuale; organizzazione delle attività; spazi di riposo e pausa per i lavoratori impegnati tra le vigne; la sorveglianza sanitaria.

 

ROTA: Siamo impegnati in una battaglia di civiltà

“Il caporalato – ha affermato Onofrio Rota, segretario nazionale della FAi –  non rappresenta l’agricoltura italiana, lo sappiamo bene. Ma è un fenomeno che ci riguarda tutti, ed è urgente un’assunzione di responsabilità e azioni concrete. La nostra petizione ‘Mai più ghetti’ su change.org ha superato le 20 mila firme. Impegneremo i parlamentari della XIX legislatura appena iniziata e il prossimo Governo a sostenere la nostra battaglia di civiltà, per superare questi insediamenti e restituire dignità e qualità del lavoro agli oltre 300mila lavoratori irregolari in agricoltura”.

 

CUCCELLO: L’intermediazione può fare la differenza

Andrea Cuccello, componente della Segreteria nazionale della Cisl ha chiuso i lavori del convegno:  “Il caporalato in agricoltura colpisce maggiormente i lavoratori immigrati, ecco perché che il ruolo dell’intermediazione, ben interpretato dalla bilateralità, può fare la differenza. Dobbiamo pensare a nuove politiche migratorie a progetti per alloggi e trasporti per superare la politica dei ghetti che genera solo sfruttamento e illegalità. Comprendere le reali esigenze delle aziende e calibrare i decreti flussi all’andamento del mercato del lavoro, è un percorso da consolidare”.

 

Le fotografie della gallery sono di Elena Mattiuzzo e Marco Longhi