Il lavoro irregolare si contrasta con una formazione di qualità
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Il lavoro irregolare si contrasta con una formazione di qualità

La testimonianza dell'operatore Fai Cisl Brescia al workshop del progetto Alexus

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Pubblicato il 29 Giugno 2022

“Impegnativo, valido, utile”. Sono i tre aggettivi con i quali Matteo Alberti, operatore della FAI Cisl bresciana, ha descritto il corso inserito nel percorso formativo nazionale per dirigenti e operatori sindacali “Alexus” (UnA LEva per Uscire dal Sommerso), promosso da Cgil Cisl Uil con Fai, Flai e Uila per l’agroalimentare, Filcams, Fisascat e Uiltucs per il commercio, turismo e servizi, Fenal, Filca e Fillea per l’edilizia.

Alberti (al centro nella fotografia) ha raccontato la sua esperienza nell’ambito di uno workshop che si è tenuto nei giorni scorsi a Milano, tappa intermedia del progetto che ha come capofila IAL Lombardia, sviluppato insieme a Fondazione Metes e Enfap Puglia, con il sostegno di Anpal.

 

Progetto unitario e intercategoriale

Obiettivo di Alexus è rafforzare un approccio unitario e intercategoriale di contrasto all’economia irregolare e al lavoro sommerso, utilizzando come leva il dialogo sociale con i diversi stakeholders a livello territoriale, nazionale ed europeo.

Ed è in questa prospettiva che si stanno realizzando per aree geografiche omogenee diversi corsi che complessivamente coinvolgono un migliaio di diriegenti e operatori. Il corso a cui sta partecipando Il sindacalista bresciano della Fai è quello dell’area Nord.

 

Itinerario formativo esigente

“Dico che è un’esperienza impegnativa – ha continuato Alberti nella sua testimonianza al workshop – perché si tratta di 80 ore di lezioni, da conciliare con la quotidianità del lavoro, fatto di numerosissimi impegni a volte inderogabili o improvvisi, anche perché non è sufficiente la semplice presenza a garantire l’apprendimento. Impegnativo anche perché, nella prima fase, gran parte delle lezioni si è dovuta fare a distanza privandoci della possibilità del confronto e del dialogo diretto tra operatori provenienti da diversi territori, un confronto sempre costruttivo e migliorativo, in quanto si possono confrontare dinamiche ed esperienze, con la possibilità di condividere buone pratiche”.

 

Valido e utile

Per sottolineare la validità del corso Alberti ha messo in evidenza la qualificazione e la preparazione dei docenti accompagnata da materiale di approfondimento estremamente ricco e puntuale.

“Questo corso è anche molto utile – ha aggiunto il sindacalista – perché parlare di Agenda 2030, Pac, Pnrr, economia sommersa, caporalato, European Green Deal consente di comprendere meglio tante situazioni che ci troviamo ad affrontare nella nostra quotidianità lavorativa. Io, da operatore FAI e da persona particolarmente sensibile a questi temi, ho poi particolarmente apprezzato le lezioni riguardanti l’agenda 2030 delle nazioni unite, gli accordi di Parigi sul clima e gli obiettivi di sostenibilità dell’unione europea, tutti argomenti di cui non si parla mai abbastanza e che dovranno essere sempre più al centro del nostro operato”.

 

Fuggire la miseria e finire prigionieri del lavoro nero: assioma da spezzare

Temi apparentemente distanti dal focus del progetto Alexus, in realtà drammaticamente correlati: “Ogni giorno – ha concluso Matteo Alberti – la cronaca racconta di uomini e donne che fuggono dai loro Paesi di origine, spesso resi inospitali dalla desertificazione crescente o dai cambiamenti climatici; sono persone che arrivano in Italia in cerca di una seconda possibilità ma purtroppo spesso finiscono nella maglie del lavoro nero, del lavoro sommerso e dello sfruttamento”.

 

In autunno la conclusione del progetto

Dopo l’estate sono in programma i seminari conclusivi delle attività territoriali del progetto formativo. In ottobre la chiusura formale dei percorsi verrà sottolineata con un evento finale a Roma a cura di IAL Lombardia.