In 20 anni è scomparso il 30% delle aziende agricole italiane
TORNA INDIETRO

In 20 anni è scomparso il 30% delle aziende agricole italiane

L'ISTAT ha diffuso oggi i primi dati del 7° Censimento generale dell'agricoltura

2 min per leggere questo articolo

Pubblicato il 28 Giugno 2022

“I primi dati sul 7° Censimento generale dell’agricoltura diffusi oggi dall’ISTAT evidenziano la sparizione, negli ultimi venti anni, di circa il 30% delle aziende agricole italiane. A pagare il prezzo più alto sono soprattutto le realtà medio piccole, la dimensione delle singole aziende è infatti aumentata, passando da 7 a 11 ettari di superficie agricola utilizzata. Questa situazione fa preoccupare perché si disperde un patrimonio tipico dell’agricoltura italiana che, considerata la situazione economico politica odierna, rischia di diminuire ulteriormente, con molte imprese che usciranno definitivamente dal mercato”.

È una riflessione preoccupata quella di Terra Viva Cisl, associazione che rappresenta oltre 30mila liberi produttori agricoli.

“Se da una parte è vero che strutture aziendali più organizzate possono garantire una maggiore offerta di lavoro – si legge in una nota della presidenza dell’associazione – dall’altro le realtà medio piccole rappresentano un importante presidio per la tutela del territorio, per la valorizzazione delle eccellenze, per le nostre tradizioni e non vanno lasciate indietro”.

 

Ricambio generazionale difficile

Dai dati emersi preoccupa anche il difficile ricambio generazionale, che in questi anni non è avvenuto: “Solo il 13% delle aziende censite è guidata da imprenditori under 40. Va ricordato che innovazione, digitalizzazione, investimenti su nuove tecnologie si realizzano, nella maggior parte dei casi, laddove sono i giovani a guidare l’impresa. Ecco che così si rischia di rallentare quel processo di sviluppo, di ammodernamento, di reale transizione ecologica necessario per consolidare il settore agricolo come vero volano per l’economia del Paese”.

 

Un comparto da rilanciare

Per l’associazione della Cisl serve attivare un patto di sistema, attraverso gli stati generali dell’agricoltura che consentano alle associazioni di categoria, parti sociali e istituzioni di progettare insieme un nuovo modello di sviluppo, creando le condizioni per attrarre più manodopera, della quale il settore ha impellente bisogno, e professionalità specializzate, sempre più ricercate.

“È un’occasione che non va sprecata – conclude Terra Viva – e le risorse del PNRR come la nuova programmazione del Piano Strategico Nazionale devono diventare un’opportunità per il rilancio del comparto”.