Sanità in deficit di personale
TORNA INDIETRO

Sanità in deficit di personale

Un'emergenza che deve trovare nell'investimento sulla formazione una risposta strutturale

2 min per leggere questo articolo

Pubblicato il 20 Giugno 2021

La sanità pubblica, la sanità privata e il terzo settore sono alla ricerca di personale. Occorrono medici specialisti, infermieri, operatori socio sanitari (OSS) e ausiliari socio assistenziali (ASA). Un’emergenza che dovrebbe trovare centralità nelle discussioni sulla riforma del sistema socio sanitario della Lombardia, così come dovrebbe riportare a priorità la questione della formazione delle professioni a servizio della salute.

Una questione di grande attualità che Angela Cremaschini, segretario generale della CISL Funzione Pubblica, mette a tema in una riflessione aperta ad ulteriori sviluppi e approfondimenti.

 

 

Wanted! Personale sanitario cercasi

 

Con l’art. 5-bis della Legge n.8 del 28/02/2020 (“Disposizioni in materia di medici specializzandi e dirigenti medici del Servizio Sanitario Nazionale”), nelle procedure concorsuali per medici specialisti è stabilito che “a partire dal terzo anno del corso di formazione specialistica, i medici e i medici veterinari regolarmente iscritti, sono ammessi alle procedure concorsuali per l’accesso alla dirigenza del ruolo sanitario nella specifica disciplina bandita e collocati, all’esito positivo delle medesime procedure, in graduatoria separata. L’eventuale assunzione a tempo determinato dei medici in formazione specialistica risultati idonei e utilmente collocati nella relativa graduatoria, è subordinata al conseguimento del titolo di specializzazione e all’esaurimento della graduatoria dei medici già specialisti alla data di scadenza del bando”.

Per i medici, quindi, ancora prima di conseguire la specializzazione la legge prevede un preciso percorso di costruzione del loro futuro.

Per le altre professioni sanitarie, invece, la strada è quella dei concorsi pubblici con effetti sui quali è bene fare qualche riflessione. Partendo, magari, dalla nostra realtà provinciale.

Il mondo sanitario e socio sanitario bresciano, oltre a mantenere la sua offerta all’intera collettività ha dovuto, con la pandemia, implementare notevolmente le proprie attività: basti pensare all’organizzazione dei servizi per l’effettuazione dei tamponi e allo straordinario sforzo legato alla campagna vaccinale, con un impiego di risorse di personale su nuovi fronti, non previsti e non preventivabili nell’era ante Covid, che hanno scombussolato l’intero sistema.

La riforma del sistema socio sanitario della Lombardia, alla luce di quanto emerso nella drammatica esperienza del Covid,  non potrà prescindere dall’’immissione di nuovo personale, necessario ad implementare i settori e i servizi di prossimità alla cittadinanza. E non potrà essere una riformulazione a costo zero, poiché troppe sono le fragilità che si sono palesate da un anno e mezzo a questa parte.

In questo contesto fondamentale è la leva della formazione del personale, rilevando che i corsi per medici specialisti ed i corsi di laurea per le professioni sanitarie sono ancora a numero chiuso (ed è comunque un percorso di diversi anni), e che quelli per gli operatori socio sanitari (OSS) e per gli ausiliari socio assistenziali (ASA) hanno una formazione importante di un anno con costi non indifferenti.

Per tutte queste ragioni crediamo, come avvenne negli anni ’90, che si debba sostenere e investire nella formazione dei professionisti della salute: non possiamo permetterci di depauperare comparti fondamentali quali quelli del settore socio sanitario. Allo stesso modo siamo convinti che ci debba essere un adeguato riconoscimento sociale culturale ed economico di chi esercita questi ruoli nei diversi comparti.

Angela Cremaschini
segretario generale CISL Funzione Pubblica