Due classi di studenti dell’Istituto Einaudi di Chiari si sono impegnate in una approfondita riflessione sul tema del lavoro. Oggi, festa del Primo Maggio, ne hanno diffuso il risultato attraverso un “Manifesto del buon lavoro”.
Rileggendo “questi mesi segnati dalla pandemia e dalla rivoluzione delle metodologie del lavoro”, scrivono gli studenti della 5a A Sistemi Informativi Aziendali e 4a A Amministrazione Finanza e Marketing, “sentiamo l’urgenza di un cambio di rotta e di un impegno comune da parte delle persone direttamente coinvolte, dello Stato e delle Istituzioni, della Scuola e dei datori di lavoro”.
Quali sono le condizioni di un buon lavoro?
“Un lavoro buono è tale quando concorre ad uno scopo dotato di valore positivo – si legge nella premessa del manifesto – espresso nella mission dell’organizzazione. Il valore del prodotto/servizio consiste nel sapere rispondere ai bisogni dei singoli e della società, in coerenza con i principi della nuova economia: partecipazione, sostenibilità, legami comunitari, tutela della salute, inclusione, verità e bellezza. Tutto questo indica il profilo di un’organizzazione consapevole della sua responsabilità sociale“.
Perché “quando il proposito dell’individuo e quello dell’organizzazione entrano in risonanza e si rinforzano l’uno con l’altro accadono cose straordinarie” sottolineano i giovani dell’Istituto Einaudi di Chiari.
Il “manifesto” è frutto di un percorso di Educazione Civica
Il lavoro è stato realizzato dagli studenti in collaborazione con i professori Luisa Treccani (che è anche segretario provinciale della Cisl Scuola) e Dario Eugenio Nicoli, all’interno del percorso di Educazione Civica “Dallo Smart Working all’intelligenza al lavoro. Ipotesi sul lavoro che verrà“, un progetto che nasce con l’obiettivo di avvicinare noi giovani ai cambiamenti che negli ultimi anni hanno segnato il mondo del lavoro.
IL MANIFESTO DEL BUON LAVORO