La Lombardia “zona rossa” si è fermata e con essa ben 473.322 lavoratori, ovvero il 10% del totale dell’economia privata. L’impennata della curva dei contagi da Covid-19 che ha fatto scattare per la nostra regione provvedimenti di riduzione della mobilità e dell’attività si fa sentire in particolare sul 95,7% degli addetti del settore sport e intrattenimento (43.179 lavoratori), sul 71,3% dei lavoratori di “alloggio e ristorazione” (241.073 lavoratori), sul 34,3% degli addetti ai servizi alla persona (37.430 lavoratori, parrucchieri esclusi) e sul 17,8% del commercio (141.930 lavoratori).
È quanto emerge da un’analisi condotta dalla Cisl Lombardia sulla base dei dati Unioncamere, Inps e Inail, prendendo come base dell’elaborazione il dato dei 4.740.432 lavoratori, dipendenti ed indipendenti, del settore privato rilevato nel 2019.
Un miglioramento della situazione sanitaria, tale da riportare la Lombardia nei parametri della zona arancione, permetterebbe a 176.996 addetti di proseguire la propria attività lavorativa. Ulteriori 241.161 addetti riprenderebbero la loro attività in caso di passaggio da zona arancione a zona gialla.