Scuola, concorso sbagliato e pericoloso
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Scuola, concorso sbagliato e pericoloso

Paradossale far muovere migliaia di precari in piena pandemia. Altre sono le strade della stabilizzazione

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Pubblicato il 14 Ottobre 2020

La Scuola bresciana si mobilita contro il precariato, caratterizzando la giornata nazionale di protesta con testimonianze e messaggi dei protagonisti di questa realtà che verranno diffusi attraverso i canali di comunicazione on line delle organizzazioni sindacali.

“La mobilitazione riguarda due questioni precise:  – ha spiegato  Luisa Treccani, segretario provinciale della  Cisl Scuola, in una conferenza stampa promossa da Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals –  la stabilizzazione dei precari e la sicurezza nelle scuole. Due temi che si intrecciano con la decisione del Ministero di avviare un concorso su base regionale, con spostamento fisico di persone da tutta Italia: lo svolgimento in presenza delle prove, in piena epidemia escluderà però tutti i precari che dovessero trovarsi in quarantena come effetto del lavoro che svolgono”.

Il tutto in una situazione di incertezza e di preoccupazione.

Il concorso, infatti, è deciso, ma il quadro non è ancora definito. Il bando fa riferimento ad un decreto attuativo sul completamento del percorso, ossia le modalità per superare l’anno di prova e ottenere l’abilitazione, che ancora non c’è. Inoltre i docenti che supereranno il concorso non verranno immessi in ruolo nell’anno corrente, “tanto vale – fanno osservare i sindacati – spostare le prove alla prossima primavera, in tempo utile per il nuovo anno scolastico”.

Il lavoro nelle scuole poggia oggi sul 30% di organico occupato da lavoratrici e lavoratori precari, rispetto ai quali si è abusato del ricorso al contratto a termine senza mai offrire loro alcuna possibilità di abilitazione o di stabilizzazione.

Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals hanno riassunto le motivazioni della protesta in una lettera che consegneranno oggi al Prefetto perchè si faccia interprete presso il Governo del malessere della scuola bresciana.