In questo periodo molti medici, soprattutto dei quadri intermedi e inferiori, si stanno spostando da una struttura ad un’altra, da pubblico a privato e viceversa. Cosa sta succedendo? Perché si è così accentuata la migrazione?
L’analisi sembra complessa: si va via dal proprio ospedale per diversi motivi: economici (ma spesso non è il principale motivo, perché lo stipendio può anche essere inferiore), sociali, di vicinanza o preferenza per un determinato luogo.
MALESSERE AMBIENTALE
Ma alla base di ogni abbandono di un medico e del suo trovare altrove un’altro posto di lavoro, sono le sfavorevoli condizioni dell’ambiente originario: orari impossibili, regole contraddittorie, domande e richieste formulate più e più volte cadute nel nulla o nel classico “non dipende da noi”. Una volta terminata la capacità di adattamento, in mancanza di prospettive, si cambia, come sempre accade in natura, vegetale o animale, a qualsiasi latitudine e longitudine.
I nostri giovani specialisti vanno all’estero dove sono maggiormente apprezzati e valorizzati rispetto al nostro contesto; i colleghi con maggiore esperienza scelgono il pensionamento dal momento che non sentono più loro una professione tenuta sotto scacco da valutazioni economiche; i colleghi dell’ospedale pubblico passano al contesto privato e viceversa.
E LA SANITÀ DIVENTA PIÙ POVERA
Il risultato di questa continua migrazione è che l’ospedale, il reparto, l’ambulatorio, in una parola “il sistema sanitario” si impoverisce e le esperienze, le competenze accumulate in anni, spesso difficilmente sostituibili, non possano, se non a fatica, essere rimpiazzate.
Su come rimediare a questo fenomeno però le dirigenze non hanno ancora dato risposte concrete; sarebbe auspicabile una maggiore conoscenza delle dinamiche del lavoro, una maggiore attenzione al disagio degli operatori, una competenza nel risolvere, alla radice, le cause di malessere.
Spesso basta poco per riportare l’equilibrio nell’ambiente; ma più si attende e si tergiversa più diventa complicato convertire l’ambito da sfavorevole a favorevole, soprattutto quando da un territorio fertile e vivo, per meri calcoli economici o per semplice accidia si è creato il deserto.
Il sistema sanità in fondo risponde alle stesse leggi dell’ecosistema del pianeta, ma anche qui, come nella gestione del pianeta non abbiamo ancora fatto passi avanti.
Angelo Cinelli
segretario generale Cisl Medici Brescia
Le riflessioni di questo post sono nate dalla vicenda di una carissima collega che dieci giorni fa è stata costretta a “migrare”
Con la parola BLOG si definisce una sorta di diario online in cui l’autore pubblica pensieri, opinioni, riflessioni e considerazioni.
Angelo Cinelli è dirigente medico dell’Istituto Maugeri di Lumezzane. L’esperienza professionale, la conoscenza diretta dei problemi della sanità e il confronto con i colleghi sono all’origine di queste pagine.