“Se il Governo non prorogasse il blocco dei licenziamenti sino alla fine del 2020, si assumerebbe tutta la responsabilità del rischio di uno scontro sociale“. Lo affermano in una nota i segretari segretari di Cgil Cisl e Uil (nella foto, Annamaria Furlan, leader della Cisl). “Chi pensa di anticipare quella data alla fine dello stato di emergenza – si legge nel comnicato – dimostra di non avere cognizione delle elementari dinamiche del mercato del lavoro e di non preoccuparsi delle condizioni di centinaia di migliaia di lavoratrici e di lavoratori. Chi pensa che possano stare insieme sgravi contributivi e fiscali generalizzati (vedi IRAP) e licenziamenti non capisce che ora è il tempo della coesione sociale e degli investimenti sul lavoro”.
Per i tre segretari inoltre “in questo contesto è davvero grave che Confindustria decida di non firmare i contratti nazionali delle lavoratrici e dei lavoratori della Sanità Privata e del Settore Alimentare che con la loro opera essenziale ci hanno permesso di uscire dalla fase più acuta della pandemia” e ricordano di aver già indetto un’iniziativa per il 18 settembre: “Che possa essere trasformata in uno sciopero generale – concludono – dipenderà solo dalle scelte del Governo e della Confindustria”.