La Corte dei Conti ha dato il via libera all’ipotesi di contratto collettivo nazionale di lavoro dell’area sanità ratificato dal Consiglio dei ministri il 22 novembre scorso. Un rinnovo contrattuale che riguarda circa 130 mila medici e dirigenti sanitari del Servizio Sanitario Nazionale.
L’atto formale che da operatività all’intesa è avvenuto all’Aran – l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni – con la firma delle organizzazioni sindacali.
Il contratto prevede da gennaio 2020 un incremento di 200 euro lordi al mese. Per i neo-assunti è prevista una quota iniziale di stipendio di posizione fissa di 1.500 euro, con la progressione annuale del tabellare valutabile in 1.950 euro e l’accesso alla remunerazione delle guardie notturne e festive che potrà arrivare fino di circa 2.000 euro l’anno, incrementabile in base alla trattativa decentrata.
Una delle principali novità riguarda la carriera con la possibilità di nuovi ruoli e percorsi sulla base della professionalità e della competenza acquisita, per un totale di 9.ooo nuove posizioni. È prevista la creazione di un sistema dinamico di carriera che lega i meriti professionali a riconoscimenti economici, finora esclusivi delle carriere gestionali.
Miglioramenti normativi sono previsti per le donne medico. Il nuovo contratto elimina, infatti, le penalizzazioni per le donne lavoratrici in gravidanza relativamente alla retribuzione di risultato e amplia la possibilità di accedere al lavoro a tempo parziale.
Questo rinnovo va a sanare il vuoto contrattuale del triennio 2016-2018: occorre dunque da subito – hanno ribadito le organizzazioni sindacali – avviare il confronto per il triennio 2019-2021.