Nei mesi scorsi qualcosa di simile era avvenuto all’Ospedale di Esine. Ormai gli episodi in giro per l’Italia in cui medici e personale sanitario subiscono aggressioni sono quasi quotidiani.
Cosa sta succedendo? Lo chiediamo ad Angelo Cinelli, segretario provinciale di Cisl Medici.
Succede che gli operatori non sono messi in condizione di lavorare in sicurezza. La nuova direttiva sui codici al pronto soccorso e la promessa di pene più gravi per chi aggredisce i sanitari sono un placebo non la cura del problema che rende i Pronto Soccorso degli incubatori di tensione.
Qual è il nocciolo della questione?
Gli operatori sono sempre meno e devono farsi carico di una marea di lavoro che rimane scoperto. A questo si aggiunge il logoramento causato dalla delicatezza del lavoro e dalle pesantissime responsabilità politico-amministrative di cui devono farsi carico. E poi c’è l’assalto ai Pronto Soccorso: l’analisi dei dati dimostra che per 9 casi su 10 non c’è alcuna urgenza. Questo uso improprio dell’emergenza ospedaliera allunga inevitabilmente i tempi di attesa esasperando gli utenti. Un mix esplosivo in cui alla fine c’è chi perde il controllo.
Cosa bisognerebbe fare ?
Al di là dei numeri, dei colori, di uno smistamento a monte delle urgenze, c’è una questione che la riforma del Pronto Soccorso non considera.
Quale?
L’educazione civica. Il pronto soccorso, come gli altri servizi di emergenza, va utilizzato con intelligenza: il fatto che sia gratuito non esime dall’utilizzarlo correttamente. La banalizzazione del senso civico causa danni a tutti. Solo recuperando questo vincolo sociale – e lo dico sapendo che ci vorranno anni per recuperare i danni del disinvestimento a cui abbiamo assistito – troveremo nuovamente il rispetto nella comunità e nei servizi che ci mette a disposizione.
Se questo è l’obiettivo di lungo periodo, nell’immediato come si interviene su chi si rende responsabile di violenze e aggressioni nei Pronto Soccorso?
Io credo che la pena più efficace potrebbe essere quella di stabilire per i responsabili un periodo di lavoro al fianco del personale di Pronto Soccorso. Mettersi nei panni di chi è stato insultato e malmenato darebbe sicuramente più risultati di una multa o di un arresto.