Cresce il lavoro stabile, il problema è però la qualità dell’occupazione
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Cresce il lavoro stabile, il problema è però la qualità dell’occupazione

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Pubblicato il 29 Agosto 2019

L’INPS ha comunicato che nei primi sei mesi dell’anno la variazione netta dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato (assunzioni più trasformazioni meno cessazioni) risulta positiva per 321.805 contratti, raddoppiando il numero dello stesso periodo del 2018, quando il saldo positivo era stato 128.355 contratti.

Numeri significativi, che vanno però letti in parallelo all’aumento delle ore di cassa integrazione e al calo costante degli ordinativi”, afferma Luigi Sbarra, segretario generale aggiunto Cisl. “Lo scenario resta molto preoccupante, e presenta forti criticità specialmente considerando le effettive ore lavorate, che restano di milioni di unità al di sotto dei livelli pre-crisi. C’è poi la questione centrale della qualità occupazionale e di una composizione del lavoro spezzata nettamente in due, con incrementi concentrati nei profili a bassa qualificazione e un crescente bisogno inappagato nei settori di media e alta specializzazione”.

L’Osservatorio INPS ha anche rilevato le trasformazioni da tempo determinato a indeterminato, passate da 231.866 a 372.016 (+60,4%). Nei sei mesi le assunzioni totali nel privato sono state 3.726.334 a fronte di 2.902.048 cessazioni (+824.286).