Dal “progetto Invatec” risposte concrete per tante lavoratrici
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Dal “progetto Invatec” risposte concrete per tante lavoratrici

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Pubblicato il 25 Giugno 2019

Sullo schermo della saletta in cui questa mattina si è svolta la conferenza stampa di presentazione dei risultati del “progetto Invatec” sono comparsi tanti numeri, ma dietro ad ognuno ci sono storie e persone che alla Cisl hanno trovato ascolto, aiuto e risposte.

E’ questa la vera soddisfazione che traspare dalle parole del segretario Paolo Reboni mentre ricorda percorso e risultati del lavoro di questi ultimi mesi.

IL BANDO

Nell’ottobre dello scorso anno, infatti, la Provincia di Brescia ha rilanciato un bando, cofinanziato dall’azienda, per assunzioni incentivate nel tessuto occupazionale bresciano delle lavoratrici della Medtronic Invatec licenziate dalla multinazionale nel giugno del 2017. Il bando, emesso una prima volta nell’autunno del 2017, era rimasto inutilizzato per un eccesso di vincoli posti alla ricollocazione.

Corretti gli errori iniziali,  la Cisl di Brescia ha deciso di sviluppare attraverso il suo Sportello Lavoro un progetto che coinvolgendo alcune agenzie che dispongono di un monitoraggio reale del mercato del lavoro (Manpower, Randstad, Umana) e le competenze in formazione e riqualificazione di IAL Lombardia, costruisse concrete opportunità di ricollocazione.

 

I RISULTATI

E così è stato. 60 sono state le lavoratrici che hanno mostrato interesse al percorso proposto dalla Cisl, 44 quelle che hanno deciso di mettersi in gioco concretamente: per 21 di loro è stato attivata la procedura dell’Assegno di ricollocazione.

30 i profili professionali inviati ad altrettante aziende: 13 lavoratrici hanno avuto contratti di lavoro della durata di oltre sei mesi, 5 da tre a sei mesi, 3 hanno lavorato per un periodo di tre mesi; una lavoratrice ha trovato lavoro a tempo indeterminato.

 

SINERGIE E PROGETTUALITÀ PER EVITARE L’ASSISTENZIALISMO 

E’ il successo di un lavoro coordinato e della messa in rete di tante specifiche conoscenze – ha affermato questa mattina Paolo Reboni – a dimostrazione che le politiche attive sono uno strumento indispensabile al superamento delle crisi occupazionali. Non sono percorsi che si improvvisano: sono il frutto di competenze che bisogna valorizzare sempre di più e sempre meglio. La Cisl lo ha fatto e continuerà a farlo, ribadendo che il lavoro non ha bisogno di assistenzialismo ma di sinergie e di progettualità sociale“.