Reddito di cittadinanza: improvvisazione e approssimazione
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Reddito di cittadinanza: improvvisazione e approssimazione

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Pubblicato il 18 Maggio 2019

La Segreteria provinciale della Cisl interviene oggi dalle pagine del Giornale di Brescia sul Reddito di cittadinanza. Non per schierarsi tra favorevoli o contrari: c’è poco da schierarsi ormai, visto che il provvedimento è legge dello Stato. Lo fa, attraverso una riflessione di Paolo Reboni che nella Segreteria Cisl ha la delega per il mercato del lavoro, per manifestare preoccupazione su come la macchina organizzativa sta funzionando, o meglio, su come non sta funzionando.

 

 

IMPROVVISAZIONE E APPROSSIMAZIONE

“Il Reddito di cittadinanza – scrive il sindacalista – ha scopi nobilissimi: intervenire sulle situazioni di povertà e riportare gente al lavoro. Due ambiti di intervento che devono muovere da un’analisi oggettiva della realtà, da un disegno progettuale solido e da un grande lavoro preparatorio. Insomma, non si può improvvisare. Ma in Italia è successo, complice il bisogno delle forze di governo di portare qualcosa all’incasso nell’imminente scadenza elettorale”.

Risultato? “Politiche attive del lavoro approssimative; organizzazione imbarazzante; mancanza di
connessione tra i soggetti titolari del trattamento” delle domande e dei percorsi che ne derivano.

 

UNA VORAGINE SEPARA ENUNCIAZIONI E REALTÀ 

“L’incertezza avvolge tutti i passaggi di questa storia complicata. Bene o male se ne uscirà, lasciano inevitabilmente indietro qualcuno. – conclude Reboni – Le più nobili intenzioni si difendono davvero se si ha l’umiltà di studiare insieme le soluzioni, guardando in faccia la realtà e decidendo di conseguenza dove investire cosa modificare. Il contrario di quanto sta avvenendo, purtroppo”.