Dopo una trattativa durata 27 ore è stata siglata all’Aran la pre-intesa per il contratto nazionale della Sanità. Come per il contratto dell’istruzione siglato qualche settimana fa, l’aumento salariale medio di 86,94 euro a cui vanno aggiunti diversi i miglioramenti dal punto di vista dei permessi, congedi, ferie e malattie.
COL PENSIERO AGLI OLTRE 600.000 LAVORATORI DEL SETTORE
“E’ una grande soddisfazione – ha commentato Annamaria Furlan, leader del sindacato – perché si ripristina uno strumento essenziale in un grande settore pubblico, fondamentale per i cittadini, in cui lavorano oltre 600mila persone di grande competenza e professionalità e a cui va tutta la nostra riconoscenza.
SANITÀ, BENE COMUNE
Il Servizio sanitario è un bene comune e va difeso nel suo modello universale e nella sua articolazione nei servizi sul territorio. Per la Cisl il contratto della Sanità pubblica rilancia il ruolo dei lavoratori di un settore che negli ultimi nove anni di vacanza contrattuale ha visto le Regioni riformare il sistema sanitario spesso con il solo obiettivo della razionalizzazione della spesa. Investendo sul lavoro si implementa il diritto alla salute che potrà essere ulteriormente valorizzato in termini di investimento piuttosto che come un costo.
LA CLASSIFICAZIONE DEL PERSONALE
La pre-intesa, come per i contratti delle funzioni centrali e locali e per il contratto istruzione, conferma la presenza di una commissione paritetica che si insedierà entro un mese dalla stipula dell’accordo con lo scopo di realizzare quel processo di innovazione atteso sui sistemi di classificazione del personale. Un organismo fortemente voluto dalla Cisl e utile ad accompagnare congrui modelli organizzativi capaci di valorizzare le competenze del personale, individuando linee di evoluzione dei percorsi professionali per rendere maggiormente efficace l’esperienza dei lavoratori impegnati nelle funzioni sanitarie e socio sanitarie.